“Ho iniziato a ballare quando avevo cinque anni e non ho più smesso”, sorride Luca Bognanni, che ora di anni ne ha 51 e che quei primi passi di danza li ha mossi grazie al papà. “Quando avevamo la casa sul Lago di Garda ed era impegnato nell’organizzazione di manifestazioni e feste, ha detto quasi per scherzo ad un collega che avrebbe voluto far ballare me insieme a sua figlia. Abbiamo fatto qualche lezione e le esibizioni sono state un successo”. Una passione che Luca ha coltivato giorno dopo giorno, passo dopo passo, con passione, dedizione e tanti sacrifici, fino a conquistare vittorie importanti, come quei 25 titoli italiani che restano un ricordo indelebile. “A settembre dello stesso anno, una volta rientrati a casa, mio papà mi ha iscritto alla scuola di ballo, per sei mesi ho fatto danza classica, per imparare le basi e poi sono tornato ai balli di coppia, che erano la mia grande passione”.
La musica è sempre stata di… casa: “I miei fratelli ballavano Rock and roll acrobatico, mio papà è sempre stato appassionato di musica e suonava il clarinetto nella banda del paese e ha subito visto in me quella vocazione nel ballo… e sì, quando sentivo la musica, mi mettevo a ballare, tanto che fin da piccolo restato anche tre ore davanti allo specchio ad allenarmi e a provare le coreografie”. Un talento innato: “Dopo qualche lezione di gruppo, l’insegnante ha voluto prepararmi individualmente. Dopo sei, sette lezioni ci hanno iscritto subito alla prima gara debuttanti e l’abbiamo vinta, poi abbiamo vinto il primo campionato regionale così come il campionato italiano… tutto nell’arco di quattro o cinque mesi”. Insomma, era proprio la tua strada: “Mio papà vedeva la mia passione e quindi ha deciso di investirci. La mia famiglia è sempre stata al mio fianco, mi ha sempre sostenuto e per me è stato molto importante”.
Un lavoro costante, intenso, ha portato a grandi soddisfazioni: “25 titoli italiani, una finale di campionato europeo, una semi finale del campionato del mondo e in età un po’ più adulta, nella categoria Amatori internazionali, abbiamo fatto le finali delle migliori competizioni che ci sono tuttora al mondo. Il risultato migliore è stato sicuramente la finale dell’Europeo e il valore delle semifinali, quindi essere tra i migliori 12 al mondo sicuramente non è poco. Sono soddisfatto, perché per arrivare a quei livelli bisogna dedicare davvero molto tempo”.
Avevi qualche gesto scaramantico prima di entrare in pista? “Non proprio, però mi piaceva ascoltare per mezz’ora la musica in cuffia. Mi permetteva di isolarmi, togliere i pensieri dalla testa e riuscire a concentrarmi per fare un’ottima performance. In quel momento la concentrazione è fondamentale, vale il lavoro di un anno intero, non puoi permetterti di buttarlo via”.
Nella vita di Luca non ci sono state solo le competizioni: “Nell’ultima fase della mia carriera da ballerino, quando eravamo a Londra, dove passavamo sei mesi l’anno, ho avuto la possibilità di entrare in una compagnia teatrale”.