Ornella ormai non ha nemmeno bisogno di metterci il cognome, che sta per Facchinetti ma poco importa. Ornella è come fosse un marchio di fabbrica, un timbro di garanzia per la lotta al tumore al seno. Quella garanzia fatta di lotta, voglia di vivere, mettersi in gioco e combattere a oltranza. Trasformare il negativo in positivo e trovare come in tutte le fiabe che si rispettano il bene nel male.
Ornella arriva in redazione, come quasi ogni anno a ottobre, da quasi sette anni, per dire alle donne che una mammografia può salvare la vita e ottobre è il mese della prevenzione. E Ornella lo fa ogni anno raccontandoci un pezzo della sua storia che cambia sempre, che non è mai uguale, come la vita.
Ornella sei anni dopo, fine 2014, era stata protagonista del libro-calendario con la foto di donne sotto effetto chemio, truccate, belle, intense, senza capelli, donne, femmine. Insomma, la bellezza col cancro può e deve coesistere. La foto di Ornella in quella prima pagina di Araberara, in bianco e nero, è entrata in tantissime case, e nelle case è rimasta, nei cuori, negli occhi, di chi l’ha vista.
Ornella nei giorni scorsi è stata protagonista della Camminata in Rosa, tra Ceratello e Bossico, una camminata per sensibilizzare le donne alla prevenzione al seno, quest’anno è il quarto anno e anche il Covid non l’ha fermata.
Ornella quando si è ammalata aveva 49 anni: “Le percentuali in Italia sono chiare – racconta Ornella – il 40% delle donne che si ammala di tumore ha meno di 50 anni e i numeri sono in crescita, nel 2019 in Italia sono stati diagnosticati 53.000 tumori alla mammella. Io insisto sempre, e insisterò sempre, bisogna cominciare presto a fare prevenzione, dai 25 anni con la visita senologica, poi dai 30 in su con l’ecografia mammaria”. Sei interventi chirurgici in sette anni, numeri da… record, quei record di cui uno ne farebbe volentieri a meno: “E ora me ne manca ancora uno, devo completare la ricostruzione dopo la mastectomia bilaterale, un intervento estetico”.
Il corpo è cambiato, e anche tu sei cambiata: “Un percorso che ti cambia in tutti i sensi. Una mastectomia bilaterale, ho tolto entrami i seni, poi le protesi definitive, l’asportazione delle ovaie, insomma, non mi sono fatta mancare niente”. Ornella sorride: “All’inizio non volevo togliere tutto, ma il rischio che il tumore si ripresentasse era troppo forte e così ho deciso, ma l’espansore per allargare lo spazio dove inserire le protesi è davvero molto doloroso, non me lo aspettavo, fisicamente un dolore fortissimo. Quando ho tolto tutto non avevo pensato alla ricostruzione, poi mi sono vista allo specchio, piatta, con le cicatrici e mi sono detta che così no, ero e sono donna”.
Ornella è un vulcano: “Ho deciso la mastectomia estetica preventiva perché dopo il tumore ho fatto il test genetico e io sono a rischio, quindi ho tolto seno e ovaie. Il tumore infatti era riapparso, sotto il capezzolo e per fortuna ho fatto i controlli…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 23 OTTOBRE