Angelo Bonomi, uno dei figli della Misericordia: “Erano le case popolari dell’epoca. C’era grande solidarietà tra noi, tutti si aiutavano e se c’era qualcuno malato la mamma diceva: ‘va a portaga ona scodèla de minestra’. Eravamo una grande famiglia”
“D’inverno le finestre erano ghiacciate e i bambini della scuola venivano ognuno con un pezzetto di legna e ce la davano, così si poteva accendere la stufa e riuscivamo tutti a scaldarci almeno per un momento”
A pochi passi dalla chiesa parrocchiale e dal municipio di Torre Boldone si ergeva, in passato, un grande edificio, chiamato “la Misericordia”.
Si trattava, in fondo, dell’equivalente odierno delle case popolari, che sono (o dovrebbero essere) destinate a nuclei familiari in stato di necessità.
Nella casa della Misericordia di Torre Boldone, edificio che affonda le sue radici molto indietro nel tempo, sono vissute intere generazioni di persone; molti sono nati e molti sono morti alla Misericordia.
Tutti loro erano “quelli della Misericordia”, indipendentemente dalla loro appartenenza a questa o quella famiglia.
La storia della casa della Misericordia ci è stata raccontata da uno dei suoi numerosi figli.
Angelo Bonomi è l’ultimo dei sei figli di Daniele Bonomi e Maria Teresa Sala. I due si erano sposati nel lontano 1924 ed erano andati ad abitare alla Misericordia.
Dalla loro unione sono nati sei figli: quattro femmine e due maschi (Maria, Rachele, Vittoria, Zaccaria, Filomena e, appunto, Angelo).
“Io sono nato nel 1941 – spiega Bonomi …
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