Viene presentato domani in Val di Scalve il romanzo storico ‘La Torre di Siloe’, scritto da Giovanni Ravanelli. A cavallo tra Cinque e Seicento alcuni avvenimenti importanti interessano la storia della valle di Scalve, all’epoca sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Stabilito un accordo con gli abitanti di Borno, che pone un freno a secoli di lotte, la valle riforma le sue leggi. L’epoca è segnata da pestilenze e carestie, mentre le stagioni diventano sempre più imprevedibili e fredde. I soprusi dei potenti sono all’ordine del giorno, come le periodiche scorrerie di Tomaso dei Capitanei. Si arriva infine alla grande peste del 1630, che fa strage di anime in tutta la Lombardia.
Testimone di una parte di questi avvenimenti è Andrea Silini, notaio della vicinia di Vilmaggiore, che diversi anni dopo rivolge al figlio uno scritto, in cui racconta la scoperta delle sue vere origini e l’ascesa sociale da giovane contadino a uomo di legge, chiamato a ricoprire ruoli di responsabilità all’interno della Comunità di Scalve.
Come Cancelliere di valle e successivamente a titolo personale, Andrea si trova ad affrontare la vicenda di alcune donne, uccise in quello che diverrà noto come il fienile delle streghe. La ricerca dell’assassino dura alcuni anni, tra piccoli indizi, errori di valutazione e testimonianze apparentemente insignificanti, e termina sullo sfondo buio del 1630.
Verità e giustizia si scontreranno così con la dura realtà dell’epoca.
(Giovanni Ravanelli è nato nel 1973 a Bergamo. Ha studiato scienze forestali ed è appassionato di storia europea, geografia e camminate (facili) in montagna. Il romanzo è il risultato di tutti questi interessi e del tentativo di trasmetterli a chi ama la lettura)