LA VIA DELLE CROCI In bassa val Seriana e in collina sul lago Due notti in cammino verso le 14 croci GOLGOTA: tre Campanili mettono in scena la Passione con centinaia di attori

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(p.b.) La Via Crucis ha la sua rappresentazione in ogni chiesa, i quadri, a volte piccoli capolavori, il percorso nella navata, il rituale di meditazione, nella tradizione una strofa dello Stabat mater per ogni stazione. Già le processioni del venerdì santo uscivano dalle chiese, percorrevano il paese. In alcuni paesi, come a Vilminore, le stazioni della Via Crucis si inerpicavano su per il sentiero che portava alla chiesetta del Sepolcro.

“Golgota” in Collina è diventato negli anni uno spettacolo (“Liturgia” significa rappresentazione) di alta qualità. La “Via delle Croci” della bassa valle Seriana è una riscoperta dei simboli con cui l’uomo della civiltà contadina ha sempre segnato il territorio, le “edicole”, le “Madonne dei campi”, le croci, appunto. Che segnavano anche il cammino dell’uomo, il suo sguardo che si alza dalla prona terra verso il cielo, “a fulgure et tempestate libera nos Domine” e in positivo “ut fructus terrae dare et conservare digneris Te rogamus, audi nos”. Il latino che in fondo capitavano tutti, tranne quel “a peste, fame et bello”, ecco il bello si faticava a capire perché dovesse essere evitato e i parroci faticavano a spiegare che le assonanze non sempre sono la traduzione esatta.

Il ritorno sul territorio della grande rappresentazione della croce, di un uomo condannato a morte, con lo strumento infamante riservato ai “barbari”, non riconosciuti “cittadini romani”, oggi, in un’epoca in cui si misura la vita di un uomo dalla sua risonanza mediatica, è una prova di forza. La forza della ricerca di qualcosa in cui credere, in cui intere generazioni hanno creduto, una fede che cercare (e magari ritrovare) nel cammino, lungo, faticoso, notturno, sui sentieri tracciati e segnati da gente (i nostri vecchi) che la terra l’ha camminata, a volte con le pezze ai piedi, ma di tanto in tanto alzando lo sguardo ai crocicchi, segnati dalle santelle e dalle croci.

Due servizi sui due avvenimenti.

SU ARABERARA IN EDICOLA pag. 5

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