“Le condizioni generali del Lago d’Endine e del fiume Cherio tendono al lento ma progressivo impoverimento qualitativo e quantitativo. Urge l’impegno di tutta la comunità, degli enti locali e delle istituzioni sovraccomunali alla collaborazione per riportarli a condizioni funzionali ed estetiche di qualità”.
A puntare il dito sulla difficile situazione delle acque della valle è Aldo Bellini, presidente del Circolo Culturale della Valle Cavallina, che sta dedicando grandi sforzi per sensibilizzare cittadini e amministratori sulle condizioni in cui versano il Lago di Endine e il Cherio.
Bellini, 80 anni, è stato sindaco di Monasterolo del Castello dal 1964 al 1980 e dal 1990 al 1995; è anche stato presidente della Comunità Montana di Valle Cavallina.
“Il Lago d’Endine è in una condizione asfittica, il Cherio è causa di alluvioni e i territori limitrofi si abbrutiscono. La realtà e l’immagine possono anticipare, in maniera più o meno definita, il divenire sociale e spaziale del territorio per assicurare alla popolazione il suo ‘diritto di residenzialità’ e cioè ad abitare nei luoghi natii, per scelta ambientale e/o di qualità di vita”.
Nella sua analisi della situazione attuale, Bellini sottolinea quello che è stato il peso del lago e del fiume nella storia della Val Cavallina e dei suoi abitanti.
“Il lago e il fiume sono all’origine della Valle Cavallina e sono i luoghi in cui si è insediata e sviluppata la gente della Valle. Il Lago d’Endine è l’anima identitaria della nostra gente; è riconosciuto da tutti che la perdita di questo ambiente farebbe della Valle un luogo anonimo, di passaggio e di collegamento fra i due poli forti, in termini di attrazione: quello di Bergamo e quello di Lovere. Il lago e il fiume appaiono ancora, per taluni, più quali elementi geografici che dividono, quale elemento di confine tra i territori dei diversi Comuni, piuttosto che fattori di comunicazione e di sviluppo. Invece, il lago e il fiume sono un unicum territoriale e sociale che vanno amati, curati, gestiti, salvaguardati e valorizzati per la fruizione e lo sviluppo socio-economico in una prospettiva globale di fruizione illuminata e lungimirante. Il Lago d’Endine – sottolinea Bellini – è l’elemento più stravolto dai cambiamenti di stile di vita, dalla domenicale presenza di troppi, dal cambiamento climatico e, forse, anche da un collettamento fognario da migliorare. Del Cherio va studiata la salvaguardia da allagamenti degli abitati, la naturalizzazione dell’alveo fluviale dando alla fauna ittica zone di rifugio e di riproduzione. Un fiume efficiente e in equilibrio con l’ambiente che lo circonda rappresenta la principale innervazione ecosistemica, paesaggistica, economica e sociale di un territorio, indispensabile per sostenere tutta la vita circostante”….
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