Nel lontano 1617, nella sua “Historia quadripartita”, Celestino Colleoni citava il Lago di Endine, che “… l’inverno s’agghiaccia di maniera che, non solamente vi camminano sopra, come per terra soda le persone, ma vi conducono ancora cavalli et barozzi carichi…”.
Ancora oggi il lago della Valle Cavallina è famoso per essere ghiacciato nel periodo invernale, anche se molto è cambiato rispetto al passato, quando la coltre di ghiaccio era tale da consentire il passaggio di “cavalli et barozzi carichi” (cavalli e carretti carichi), permettendo agli abitanti dei paesi lacustri di passare da una sponda all’altra trasportando prodotti alimentari (è spesso ricordato il carretto dei formaggi che passava molto tempo fa sul lago ghiacciato), fieno, legname. Al contrario, negli ultimi anni il ghiaccio (quando c’è…) non è molto spesso. Ma questo non impedisce a molte persone di vivere la sensazione del ‘camminare o pattinare sulle acque’.
La storia del lago ghiacciato di Endine, specialmente nella parte compresa tra Monasterolo e Spinone, è affascinante, ricca di curiosità e di qualche tragedia.
Ne parliamo con una persona che il lago lo conosce molto bene, Aldo Bellini, sindaco di Monasterolo del Castello dal 1964 al 1980, già presidente della Comunità Montana di Valle Cavallina e per lunghi anni presidente del Circolo Culturale della Valle Cavallina, di cui adesso è presidente onorario.
“Ho vissuto a Monasterolo fino alla terza Elementare; poi, quando mia mamma, che era rimasta vedova, ha dovuto emigrare, io sono andato a Bergamo al Patronato San Vincenzo di don Bepo Vavassori.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 10 GENNAIO