Il documento del G16 (i 16 Comuni rivieraschi: Castro, Costa Volpino, Iseo, Marone, Monte Isola, Paratico, Parzanica, Pisogne, Predore, Riva di Solto, Sarnico, Sale Marasino, Solto Collina, Sulzano, Tavernola Bergamasca) allargato ad altri 5 Comuni: Fonteno, Gianico, Pianico, Sovere e Zone che avevano sottoscritto documenti del G16 in passato. Il nuovo documentopone l’accento in particolare su due temi.
«1) l’effettiva realizzazione dell’intervento di mitigazione del rischio, per il quale ci rincuora il fatto che la progettazione sia già iniziata;
2) le decisioni conseguenti alla valutazione delle fonti di rischio derivanti dalle attività di escavazione e i rischi per l’eventuale dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti da parte del cementificio che insiste sotto l’area di frana. Su questo tema si chiede che si applichino i suggerimenti emersi dallo studio delle Università di Firenze, Politecnico di Milano, Bicocca e IGAG-CNR di Milano, del 23/12/2021, con particolare riferimento all’adozione di un “approccio prudenziale per le attività di volata sospendendole almeno fino all’esecuzione dei lavori di stabilizzazione già discussi nella relazione preliminare. L’eventuale adozione di altre tecniche di coltivazione andrà valutata in termini di sollecitazioni che potrebbero essere indotte”. Ed inoltre, “assumendo che sia in atto un processo di rottura progressiva, si ritiene probabile che esso sia influenzato dagli effetti cumulati delle volate. Per tale motivo si suggerisce di applicare principi precauzionali nello svolgimento di qualunque attività nel cementificio e nella cava di Ca’ Bianca”».
Poi si ricordano le prese di posizione dello stesso G16 sui problemi della viabilità (la Vigolo-Parzanica interrotta chissà fino a quando) e sulle polemiche sulla richiesta del cementificio di utilizzare “combustibili alternativi”, avendo più volte espresso contrarietà in proposito.
Cosa chiedono i 16 Sindaci a Regione Lombardia?
«- quale Ente con competenze sull’area interessata e sull’intero territorio sebino, di sollecitare lo Stato Centrale affinché, una volta approvato il progetto di messa in sicurezza definitiva del Monte Saresano, siano stanziate le risorse necessarie per la sua piena esecuzione;
– di porre sempre maggiore attenzione al fine di prevenire i rischi legati all’attività estrattiva sul Monte Saresano, quelli relativi alle altre attività dell’impianto cementiero a valle e quelli legati alla dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti da parte del cementificio Italsacci, che insiste sotto l’area di frana, e anche di eventuali altri impianti coinvolti;
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