L’alfabeto ai tempi del Coronavirus, la mappa di tutto quello che sta succedendo

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A come Amuchina. E’ diventata la panacea di ogni male. Anche se sono anni che è in circolazione. Nelle farmacie non si trova, il prezzo su Amazon è schizzato e la consegna è prevista non prima di una settimana. Già sabato mattina 22 febbraio, ventiquattro ore dopo la notizia del primo malato in Lombardia, il gel mani Amuchina era esaurito sul sito di Esselunga per chi fa la spesa a domicilio in città. La Angelini, azienda produttrice, ha chiarito con un comunicato sul proprio sito che stanno aumentando la produzione ma il prezzo resta invariato. Così si cerca la ricetta dell’amuchina per farla da sé.
B come Baci. Meglio evitarli. L’affetto al tempo del coronavirus si deve manifestare in altro modo perché il contatto diretto e ravvicinato a meno di un metro e mezzo di distanza può essere fonte di contagio, informa da settimane il sito del ministero della Salute. Le goccioline del respiro passano da una persona all’altra con molta facilità, in caso di coronavirus molto più facilmente di quanto avviene con l’influenza. Ma se ci si ama chi se ne frega del rischio, anche perché solitamente non si bacia chi non si conosce.
C come Coronavirus, Cina e Codogno. Il primo è il virus che ha originato l’emergenza globale e dal 21 febbraio giorni di apprensione e disagi e vittime in Italia. È un virus che si conosce da pochi mesi, da poche settimane ha le sue denominazioni scientifiche, Covid19 e SARS-CoV-2. I medici di Wuhan, metropoli cinese al centro dell’epidemia, lo hanno intercettato a dicembre, da lì si è propagato in Cina e nel mondo. La maggior parte dei contagiati e vittime sono in Cina. Codogno è il paese in provincia di Lodi, 60 chilometri da Milano, 40 minuti di treno, da cui ha originato il focolaio più grande d’Italia.
C come cura. Ancora la C, stavolta come cura per il coronavirus. Gli infettivologi rassicurano: nell’80% dei casi è una malattia che non ha bisogno di ricovero ma solo di non essere trasmessa agli altri, in particolare ai soggetti più vulnerabili. Ma c’è una percentuale di casi in cui le complicanze della sindrome portano al ricovero e alla terapia intensiva per polmonite nel 4 per cento dei casi. Non c’è ancora un vaccino, quindi si sperimentano antivirali già conosciuti e farmaci utilizzati per la malaria e per contrastare l’Hiv.
D come Dove. Dove si è diffuso il virus? È quello che gli italiani chiedono a Google. La migliore risposta è quella del Gimbe, fondazione di Bologna che aggiorna costantemente il numero dei contagiati in Italia. La stragrande maggioranza dei contagiati è in Lombardia nei dieci comuni in provincia di Lodi, attorno a Codogno cuore della zona rossa, delimitata ora dai check point e dall’esercito.
D come Diffusione. Come si diffonde il virus: la via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:
• la saliva, tossendo e starnutendo
• contatti diretti personali
• le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi
Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.
E come epidemia. Quando una malattia contagiosa si manifesta per un determinato periodo di tempo, in una zona più o meno estesa. Se si manifesta in tutto il mondo contemporaneamente si parla di pandemia. È per questo che l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO acronimo in inglese), continua a specificare che non si tratta di pandemia ma di epidemia, vuole essere anche un messaggio contro gli allarmismi di queste ore.
F come focolaio. Parola che ricorre spesso dal 21 febbraio. I focolai sono le zone della Lombardia e del Veneto in cui si sta scoprendo la stragrande maggioranza dei contagiati. Si chiamano anche cluster e il fatto che pare siano sempre gli stessi, i soliti due, la zona del Lodigiano e Vo’ Euganeo in provincia di Padova, aiuta a essere ottimisti. Gli esperti ripetono che se la zona di contagio resta circoscritta l’emergenza è più gestibile.
G come Giappone. È il paese che ha registrato un’impennata dei contagi all’inizio non per l’ovvio motivo della vicinanza con la Cina ma per la Diamond Princess ancorata davanti al porto di Yokohama. Il ceo delle Olimpiadi di Tokyo in programma la prossima estate ripete che la manifestazione non è a rischio. In questi ultimi giorni, l’Italia è stata paragonata al Giappone in peggio perché ha più casi del paese asiatico, è tra i primi tre Paesi al mondo per numero di contagiati e la prima in Europa.

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