L’AUTORE DE “I MALAVOGLIA” RIMPIANGE QUELLA VACANZA – Giovanni Verga in vacanza (con l’amante) a Ponte Nossa in fuga dal “caldo orribile” del 1882

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“Vorrei che la vita, per voi e per me, fosse cominciata soltanto da Ponte Nossa. Guardate come sono pazzo e presuntuoso, e quante cose pazze vi scrivo”

L’anno appena passato era il centesimo dalla morte di Giovanni Verga (Catania, 1840-1922), scrittore, drammaturgo e senatore, considerato il maggior esponente della corrente letteraria del Verismo.

Con l’unità d’Italia lasciò la città natale per trasferirsi dapprima a Firenze, poi a Milano, ove restò, pur se con diversi ritorni a Catania, fino al 1893.

In questo ventennio con la pianista Francesca ‘Dina’ Castellazzi, contessa di Sordevolo, ha una relazione che durò tutta la vita, anche se la riluttanza di Verga al matrimonio la ridusse nel tempo  ad una affettuosa amicizia. Lo scrittore in una lettera la descrive come “una donna molto avvenente, elegante, istruita, pianista piuttosto quotata che scrive e dipinge”.

Nonostante una lettera che Dina scrisse al nipote di Verga in occasione della morte del “suo” Giovanni, in cui rivela che la loro conoscenza risaliva a 34 anni addietro, e dunque al 1888, sappiamo per certo che i due si conobbero a Roma all’Hotel Milan di piazza Montecitorio nell’81. Lei aveva 21 anni e lui 41. La differenza d’età era notevole ma non insolita per quei tempi. Divennero subito amanti, come se evince dalle lettere infuocate che i due si scambiarono in seguito.

A quei primi anni risale una vacanza che i due organizzarono in val Seriana.

Per sfuggire al caldo orribile dell’estate 1882, Verga si rifugia in un paesino dell’Appennino pistoiese, Boscolungo. Da lì consiglia Dina di prendersi una vacanza in qualche località più fresca della Milano di quei giorni. La scelta della contessa cade sulla val Seriana e Giovanni risponde che la raggiungerà:  “nel Bergamasco ci devono essere dei posti belli e adatti”, dice.

Così il 9 o l’11 di agosto raggiunge la pianista a Ponte Nossa e alloggia nello stesso albergo, almeno fino al 21, quando spedisce una cartolina alla nipote Caterina a Catania, ma probabilmente qualche giorno in più. La vacanza deve essere stata appassionata se il 26 agosto da Milano scrive a Dina queste parole:

“Vi ringrazio di tutto il bene che mi avete fatto. Vi scrivo perché vi vedo ancora come siete rimasta dinanzi ai miei occhi e nel mio cuore. Vorrei che la vita, per voi e per me, fosse cominciata soltanto da Ponte Nossa. Guardate come sono pazzo e presuntuoso, e quante cose pazze vi scrivo”.

Il giorno stesso parte per Loverciano, presso Mendrisio in Svizzera, ospite dell’amico conte Alessandro Lester Greppi. La cosa è piuttosto sospetta in quanto con la nipote del conte, Paolina, Verga ebbe una relazione amorosa venticinquennale, iniziata nel 1880, anch’essa costellata di infuocate corrispondenze.  E Paolina è a Mendrisio nell’agosto del 1882, come d’altronde tutte le estati… Questo non impedisce a Giovanni di scrivere a Dina a Ponte Nossa, passando al confidenziale ‘tu’:

“Ti ho ancora e sempre dinanzi agli occhi e ti accompagno in ogni ora della tua giornata, e sento che mi manca la più cara e la miglior parte di me stesso. […] Ancora non mi da pace aver perduto questi giorni che avrei potuto passare ancora insieme a te”….

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