Le pagelle dei candidati, chi va in Paradiso e chi all’Inferno

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Piero Bonicelli

Giorgio Gori 7

Parafrasando S. Paolo “ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la sua corsa, ha conservato la sua fede”. Insomma ha fatto quello che ha potuto in un clima che si è fatto ostile a livello nazionale per il Pd e il centrosinistra in caduta libera. E’ caduto (quasi) in piedi.

Dario Violi 6

In una stagione in cui i 5 Stelle dilagano (ma soprattutto nel… regno delle Due Sicilie) ha fatto anche lui quello che ha potuto (17,4% ben lontano dal traguardo fissato di “almeno il 20%”) a fronte del dilagare della Lega, vissuta come l’altro polo del malcontento lombardo.

Daniele Belotti 10

L’ex enfant terrible della Lega, il ruspante tifoso della Dea, tutto pane e salame che attacca i poteri forti bergamaschi senza peli sulla lingua, che parla quindi la stessa lingua (dialetto), sempre in sintonia con gli umori e le rabbie popolari, ha fatto il record di voti (57.8%). A Roma promette sfracelli. Non riusciranno a omologarlo, sarà una mina vagante.

Paolo Franco 8

Il giovane attivista che venne dalle valli è riuscito a spuntarla alla grande, andrà in Regione forte del consenso di una Forza Italia che altrove ha faticato a tenere il passo. Si sono sprecate cattiverie su di lui (nel suo stesso partito) ma gli elettori l’hanno assolto (caso mai ne avesse bisogno) e promosso.

Danilo Cominelli 5

Una debacle di partito ma anche personale (poco più di 800 voti personali). Una delusione per il Presidente della Comunità Montana (e già anche quella poltrona traballa). Si può consolare perché resta sindaco di Parre che non è poco. ..

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