LEFFE – LA STORIA – Giuppy (Carrara) e Marco (Gallizioli), quella palla, la staffetta da sindaco a… sindaco: “L’amicizia oltre il Covid”

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Giuseppe Carrara

Vorrei raccontarvi la storia di un’amicizia..

Quando ero ragazzo e frequentavo l’oratorio, noi più giovani avevamo una sorta di ammirazione per “quelli più grandi di noi”.

L’oratorio era un luogo dove convivevano diverse generazioni, con diverse passioni ma con una sola guida a tracciare la nostra strada: il Don, i catechisti, gli allenatori e soprattutto San Giovanni Bosco.

E così, noi adolescenti, guardavamo i giovani.

Fra questi c’era Marco, un “bravo giovane” che  con Massimo Gamba, Massimo Mosconi, Gian Pietro Mosconi, Pierangelo Bugatti  etc etc. rappresentavano un punto di riferimento.

Poi ognuno faceva la propria vita… l’oratorio era l’arco e ognuno di noi la freccia che veniva lanciata per vivere la propria vita.

Durante gli anni successivi ci si vedeva, in paese, per strada e si scambiava qualche parola, un saluto, si condividevano la proprie esperienze.

Poi, un po’ di anni fa, la mia strada e quella di Marco si incrociarono di nuovo.

Lui era l’allenatore di una squadra di calcetto, appena costituita: “gruppo D” di calcetto a 5.

Un contratto fatto da una stretta di mano e via, la prima partita ad Abbazia di Albino.

Da lì, facemmo due promozioni ed arrivammo nel gruppo B: che soddisfazione!

Nel gruppo B però, non era così facile; ci “scontravamo” con squadre tenaci, ma non mollavamo mai.

Dopo ogni partita poi, il bello era andare a mangiare la pizza tutti insieme, forse il motivo per cui avevamo la scusa della partita di calcetto.

Quell’anno eravamo nei bassifondi della classifica.

Era una delle ultime partite e dovevamo vincere in trasferta per salvarci.

Ci trovavamo sul punteggio di 4 a 4. Ultimo minuto e punizione per noi da centrocampo.

Marco mi invitò a batterla dicendomi di “tirare una stangata”.

Lo guardai, presi la palla e la misi lì, di fronte alla barriera.

Guardai il portiere e presi la rincorsa.

Mentre stavo tirando la “stangata” vidi il portiere che usciva per venirmi incontro cercando di chiudere lo specchio della porta.

In un attimo, il mio cervello mi intimò di cambiare strategia e così invece di “stangare” colpii la palla in modo da effettuare un pallonetto, un “cucchiaio”.

Appena la palla partì e Marco si sentì “tradito” dal suo giocatore che non l’aveva ascoltato, pronunciò un “ma porca v…” … La palla salì in alto, il portiere cercò di tornare indietro, si sbilanciò e per sua sfortuna fu troppo tardi….

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