Ecco il post col quale il Gruppo Facebook “Val di Scalve for scalviners and people who love Valle di Scalve” (3000 membri) ha lanciato, qualche settimane fa un curioso sondaggio fra i suoi aderenti.
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Lucio Toninelli
Con il Gruppo Facebook (“Val di Scalve”) che conta ormai tremila amici e approssimandosi (covid permettendo) le elezioni a Vilminore, non abbiamo resistito alla tentazione di lanciare un sondaggio dal titolo ambizioso: “Come vi piacerebbe la Val di Scalve?”.
Vuoi vedere, ci siamo detti, che possa essere una occasione, per gli amministratori attuali e futuri, di ascoltare la voce dei cittadini: residenti, non residenti, emigranti, scalvini o no, ma pur sempre amici della valle. Lo abbiamo fatto anche per andare oltre le contrapposizioni da stadio che a volte i nostri post provocano: vedi S. Maria, Gleno, Centraline ecc.
Abbiamo stabilito una regola semplice: ognuno dica la sua liberamente – senza preconcetti e senza insultare nessuno – su come gli piacerebbe la Val di Scalve.
E così è andata: tanti e approfonditi i commenti, tante idee e nessuna polemica.
Avevamo proposto alcuni temi, ma senza obbligo di attenersi solo ad essi: modello di turismo, diversificazione delle “mete scalvine”, valorizzazione della vocazione agro-pastorale, valorizzazione del patrimonio storico minerario, viabilità della valle, mobilità turistica alternativa, recupero del patrimonio storico archeologico, valorizzazione dei piccoli centri abitati, strutture di accoglienza, programmi sociali e di aggregazione, coinvolgimento dei migranti e non residenti, opportunità di lavoro per i giovani, equilibrio fra autonomie comunali e integrazione, risorsa idriche.
Riassumere e catalogare per temi ciò che ne è emerso non è stato facile, cercando di non sacrificare i commenti di ciascuno che comunque possono essere letti sul Gruppo. Quindi, accontentiamoci di una sintesi imperfetta di… come ci piacerebbe la nostra Valle.
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Come la vorrebbero? Ecco.
* Favorire un “Turismo” di qualità: Impostare una strategia di Turismo basata sul concetto di “vivere la montagna”, più che sull’idea di “vacanza” o “transito” in montagna. Un turista che non voglia semplicemente “trasferire” la sua vita cittadina, in un luogo di montagna, ma vivere la montagna. “In Val di Scalve si viene per vivere la montagna”, dovrebbe essere il motto di questa idea. Le strategie e i programmi devono e possono far selezione del tipo di turismo. Ridisegnare l’immagine della Valle partendo dalle sue caratteristiche naturali, non dall’imitazione di altre valli. Conservare e valorizzare ciò che abbiamo di unico, soprattutto il nostro essere ancora terra selvaggia e incontaminata, dovuto al nostro isolamento che diventa così, da handicap, elemento positivo.
“Darsi una scossa” dopo secoli di “campanilismo” e di competizioni autodistruttive, guardando insieme alle opportunità, sia pure valorizzando le specificità di ogni paese.
* Diversificare. La Valle non è (solo) il Gleno – è anche altro.
Alleggerire la “corsa al Gleno” è una necessità prioritaria. Recuperare la pace e la sacralità del luogo. La navetta, è una grande invenzione, ma è un invito alla montagna “facile”. È da limitare alle necessità dei portatori di handicap o persone anziane. E Pianezza rimanga però zona pedonale e per residenti e torni ad essere il borgo tranquillo e meraviglioso che era.
È necessario promuovere invece un ventaglio di luoghi e mete Scalvine che mostri e offra la valle in tutta la sua bellezza. La valle ha una corona di montagne di bellezza e diversità rarissime, se non uniche.
Vanno diversificati i percorsi, guardando ai segmenti di utenza/passione: dalla montagna impegnativa per professionisti, ai percorsi per dilettanti esperti, ai percorsi per famiglie o gruppi. Senza dimenticare percorsi soft per anziani, che rendano possibile il movimento e la socializzazione.
Fondamentale, a questo riguardo, è una segnaletica specifica, più precisa e curata.
Le famiglie con bambini, in particolare, non trovano oggi strutture e facilitazioni specifiche per loro. Si potrebbero creare percorsi a tema: l’Acqua di Scalve (cascate, torrenti, laghi…) – Le Orobie scalvine – Il mondo agro-pastorale. La storia mineraria e boschiva. Creando tour educativi concordati con esperti del mondo minerario, della botanica, della fauna, della montagna, del mondo agro pastorale.
La rete di sentieri inter-frazioni e capoluoghi, già sistemata da una amministrazione precedente andrebbe rimessa in ordine col ripristino del loro aspetto originale in selciato o ris. Le caratteristiche e la tipicità dei luoghi vanno ricreate per mantenere il carattere della valle..
Purtroppo molto spesso i sentieri meno frequentati mancano di segnaletica e sono lasciati in uno stato di abbandono. Vanno recuperati. (Un esempio di buon recupero e valorizzazione del territorio sono i sentieri colorati di Colere)…
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