Marzo. Il paese del risveglio, almeno climaticamente parlando, sboccia la primavera, esplodono i colori e la vita. Per il commercio di Lovere invece questo periodo è novembre, de profundis, di quelli che azzoppano tutto, anche il buonumore di chi si ostina a parlare di Distretto del Commercio e di rilancio della zona. Che sulla carta sarà anche così ma poi, (crisi a parte, perché la crisi c’è anche negli altri paesi) Lovere è troppo cara su tutti i fronti, costo case e affitti su tutti e qui si annaspa e alla fine si muore.
E chi affitta o vende non sembra cedere, anzi, piuttosto tiene chiuso tutto ma non molla. E così il fenomeno era cominciato qualche anno fa sul fronte giovani coppie, moltissime famiglie trasferite a Costa Volpino o Sovere, dove il costo vita è decisamente più basso, dove non ci sono particolari problemi per i parcheggi, insomma, e dove tutto sommato le scuole e i servizi ci sono. Forse sarebbe bastato dare un occhio ai dati Istat diffusi dalla Regione Lombardia un anno fa per capire che qualcosa non andava, Lovere è il paese più vecchio dell’intera Regione, mica solo della provincia di Bergamo. Dati allarmanti. Un campanello d’allarme che forse avrebbe dovuto far riflettere. E adesso dopo la fuga delle giovani coppie è toccato ai negozi. E questa volta il dramma non riguarda solo il centro storico ma le chiusure sono a macchia di leopardo nei 4 punti cardinali di Lovere. E cioè al Porto Nuovo, che sarà anche nuovo ma commercialmente non è mai nato. Il Porto ‘vecchio’, il cuore di Lovere, la zona di piazzale del mercato e il centro storico. Insomma, Lovere colpita e affondata su tutti i fronti. Cominciamo dal cuore di Lovere, dal porto, da piazza XIII Martiri.
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SU ARABERARA IN EDICOLA PAG. 22