Il cielo azzurro delle 10:30 e l’aria frizzante che accarezza la pelle sembrano aver spazzato via il ricordo di una giornata uggiosa che ha allagato strade, chiuso scuole e creato danni qua e là. Il centro storico di Lovere si è già svegliato da un po’ e negli anni si è anche colorato di… rosa. Ma non è dell’ottobre rosa che stiamo parlando, è soltanto una casualità. Qui infatti, in un centro storico che è vivo più che mai, ci sono molte attività gestite dalle quote rosa. Ma non perdiamoci troppo in chiacchiere. Il mio viaggio inizia dall’imbocco di via Gramsci, in pieno centro, a pochi passi da Piazza Vittorio Emanuele II e dalla sua maestosa Torre Civica. Valentina Liggieri, titolare di Pane e Tulipani, un grazioso negozio dove perdersi in mille colori, è impegnata a sistemare la sua vetrina.
“Ho scelto di venire a Lovere in centro storico molti anni fa in realtà, però poi il trasferimento di un’attività è sempre piuttosto impegnativo e quindi sono arrivata qui dopo il primo lockdown, ad ottobre del 2020… da pochi giorni ho festeggiato il quarto compleanno”. Perché proprio Lovere? “Qui avevo studiato e fatto esperienze di lavoro quindi sapevo cosa avrei trovato. Anzi, in realtà è andata meglio di come pensavo perché ho trovato una bellissima accoglienza e il centro storico per la sua bellezza in questi anni è stato molto valorizzato. Ci sono ancora molte realtà abbandonate e fatiscenti, ma ci auguriamo che possano tornare a vivere, perché ogni negozio qui è un amore”.
Di cosa di occupi? “Vendo questa meravigliosa collezione di confetti che i miei clienti definiscono cioccolatini croccanti. Li lavoro per tutte le occasioni, dall’idea regalo al regalo aziendale e insieme a questo mi occupo di eventi, dal matrimonio, alla festa di compleanno speciale, dalla partecipazione scritta a mano, agli allestimenti di chiesa e location”. Ma non è finita qui: “Il mio fiore all’occhiello è la produzione di gioielli artigianali e artistici, perché nasco come decoratrice pittorica e sto avendo dei grandi risultati”.
Qualche passo più giù Alessandra, la sarta, è impegnata con due clienti e allora mi riprometto di tornarci più tardi e il mio viaggio prosegue qualche portone più giù. Busso, entro nel piccolo atrio e ad avvolgermi stavolta è un profumo che porta dritto nel mondo di Mariana Otero: “Io arrivo dall’Argentina”, dice con un inconfondibile accento sudamericano.
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