Daniele Petrucci. Un nome e cognome di quelli che forse a Lovere dicono poco o nulla, ma che hanno segnato nel bene e nel male quello che sta succedendo nel mondo della scienza. Daniele Petrucci nasce a Lovere il 10 novembre del 1921, e lo ritroviamo anni dopo a Bologna, farmacologo di fama internazionale, ok, e fin qui niente di eclatante. Ma Petrucci è il primo medico ad avere condotto un esperimento scientifico in provetta ed è il primo ad essere riuscito a fecondare un ovulo umano e mantenerlo in vita per quasi un mese. Bologna, 1961, la notizia fa il giro del mondo. Petrucci viveva in Borgo Santa Maria, di fronte al Monastero delle suore di clausura (Santa Chiara), suo padre Angelo è primario dell’ospedale di Lovere. Daniele nel frattempo brucia le tappe, 28 nascite con inseminazione artificiale realizzata su vetrini in microscopio. La sperimentazione era stata avviata nel 1958 e le prime nascite sono avvenute a partire dal 1961 fino al 1973 anno della sua morte. La dottoressa Laura De Paoli che aveva collaborato Daniele Petrucci che per primo fece esperimenti in vitro a pochi giorni dalla nascita di Louise Brown nel Regno Unito, quella che si ritiene essere la prima bimba al mondo nata tramite inseminazione artificiale, ha dichiarato all’Ansa che Petrucci fece i primi esperimenti nel 1958. Si trattava di lavoro di laboratorio in vitro per giungere alla fecondazione nel tentativo di risolvere il problema di donne che per l’occlusione delle tube ovariche non erano in grado di avere figli.
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