LOVERE – Dentro il colosso Lucchini: 2040 dipendenti, 404 milioni di ricavi, stabilimenti in tutto il mondo e quell’accordo con la Cina per l’alta velocità

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Un lockdown duro ma numeri dolci. La Lucchini continua a splendere come i suoi metalli. Erano attesi i numeri del bilancio post (si spera) pandemia, e i numeri del colosso hanno tenuto. Eccome se hanno tenuto. Il bilancio del 2020 è stato approvato con un utile consolidato di 24,8 milioni di euro. Numeri importanti, che fanno capire come la ‘grande fabbrica del lago’, resta il polmone lavorativo più importante della zona.

  • Ricavi consolidati: 404 milioni di euro hanno tenuto nonostante la pandemia da Covid19, pur con una lieve contrazione sul 2019.
  • Ebitda: 50,9 milioni di Euro, in crescita rispetto al 2019.
  • Patrimonio netto consolidato pari a 458 milioni di Euro.
  • Investimenti tecnici netti per circa 21,6 milioni di Euro.

I ricavi netti di Gruppo, pur se impattati dalle restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, si attestano a 404 milioni di euro, inferiori del 4,9% rispetto all’esercizio precedente.

Il fatturato estero è pari al 77% del totale.

Il risultato netto di periodo evidenzia un utile netto di 24,8 milioni di Euro.

Il Gruppo ha mantenuto una robusta politica di investimenti tecnici, realizzati nell’esercizio per 21,6 milioni di euro.

Un’attenta gestione patrimoniale ha permesso di finanziare tali investimenti tramite la generazione di cassa derivante dalla gestione e al contempo di migliorare ulteriormente il livello di indebitamento, con una Posizione Finanziaria netta, scesa da 64 milioni di euro a fine 2019 a 13,4 milioni di Euro a fine 2020. La solidità finanziaria ne risulta ulteriormente rafforzata, grazie anche a un patrimonio netto cresciuto a 458 milioni di Euro, il Gruppo si presenta perciò con un “Indice di Indebitamento Debt/Equity” inferiore al 3% a fine 2020.

L’organico complessivo medio del 2020 si attesta a 2.040 dipendenti, di cui 654 nelle controllate estere. Sempre maggiore rilevanza e attenzione hanno avuto le tematiche di sviluppo delle Risorse Umane, con una gestione particolarmente attenta della Sicurezza, della Salute, dell’Ambiente e di tutti i temi legati alla Sostenibilità.

“Lo stabilimento di Lovere – spiegano dalla Lucchini .- che rimane il principale sito produttivo del Gruppo, ha autonomamente deciso di fermare tutte le produzioni con una settimana di anticipo rispetto al primo lockdown nazionale di marzo, per poter garantire la messa  in sicurezza del proprio personale, adottare tutte le misure preventive indicate dal Governo e poter riavviare la propria attività con maggior sicurezza in aprile. È stato così possibile garantire ai clienti la continuità di approvvigionamento, in particolare del materiale rotabile destinato alle ferrovie di tutto il mondo, anche attraverso la rete di controllate in diverse aree geografiche che hanno rappresentato un punto di forza e bilanciamento. Una volta ripresa l’attività, per merito del grande impegno profuso da tutti i lavoratori nel mondo, è stato possibile recuperare le produzioni perse, proseguire nei programmi di efficientamento ed investimento e raggiungere i positivi risultati sopra esposti”-

La divisione Forgiati & Fusi, a cui fanno capo anche le controllate Lucchini Mamè Forge e Lucchini Tool Steel, ha visto una contrazione dei volumi, ma è riuscita a mantenere sostanzialmente invariata la propria marginalità, grazie ai progetti di efficientamento lanciati. I principali mercati di riferimento, oil&gas ed automotive, sono infatti stati trai settori più colpiti dalla pandemia.

Quanto alle controllate estere ferroviarie del Gruppo, si segnala che Lucchini Unipart Rail, la JV inglese con Unipart Rail controllata al 60% da Lucchini RS, ha subìto un significativo calo di fatturato, pari a circa il 21% rispetto all’esercizio precedente, determinato dalla combinazione degli effetti pandemici e dalla Brexit. Ciò nonostante, la società ha chiuso con un utile di 1,4 milioni di Euro…

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