Arriva come un tornado. Di quelli che trascinano tutto e tutti. E che quando trascinano lanciano verso l’alto, dove la sensazione di volare ti fa andare oltre davvero, quell’oltre che può ancora tutto. Don Cesare Isonni, prete, imprenditore (ma guai a dirglielo perché ti risponde ‘gli imprenditori investono capitale, io ho investito il mio tempo e le mie capacità e non ho messo un soldo “), presidente di una delle cooperative che funziona meglio di tutta la zona, laureato in filosofia, produttore di vino e di olio e molto altro. Lovere, mattina di dicembre, piove ma a Ossimo da dove arriva Don Cesare nevica, qualche minuto di ritardo e poi la sua voce che risuona qui nella sede del Piccolo Sentiero, la cooperativa che con altri 15 volontari ha fondato nel 1984. Cominciamo: “Ho insegnato a Darfo per 20 anni alla scuola per geometri, sono stato anche vicepreside, e poi venivo qui, in cooperativa”. Cooperativa che è nata nel 1984: “Sono stato curato a Lovere per 12 anni, allora c’era una bella associazione dei genitori dei tossicodipendenti che collaborava con la comunità di don Redento a Bessimo che è stato un modello. E così abbiamo pensato di creare questa cooperativa sulla spinta dell’associazione dei genitori di tossicodipendenti, abbiamo preso Brescia come modello, allora era Brescia il modello da seguire, c’erano Felice Scalvini e Giovanna Bussolati, che nel 1991 faranno il primo contratto nazionale delle cooperative sociali di tipo B che sono quelle che si occupano dell’inserimento lavorativo. E abbiamo cominciato così, con la grande nevicata del 1985. Già, un inizio col botto: “Non era stato difficile trovare 15 persone per fondare la cooperativa, allora a Lovere c’erano gli scouts e l’acr oltre a tanti gruppi e associazioni. C’erano Virginia Bianchetti, Riccardo Vender, Tiziana Vender, Ernesto Vaninetti…, altre persone del gruppo Caritas, il notaio era gratis e così abbiamo cominciato questa avventura con due o tre dipendenti. Siamo arrivati a 52 dipendenti, ora ne abbiamo 32. Avevamo deciso di puntare su tre settori, il verde, un negozio che era stato lasciato in centro storico e che lavorava il rame, ce lo regalavano, avevo proposto a due operai di continuare con l’attività ma hanno preferito fare altro e quindi non se ne è fatto niente e poi puntavamo sul restauro dei mobili. C’era un artigiano che lavorava all’Italsider (Alessandro Folzi ), che insegnava ai ragazzi a restaurare mobili, hanno restaurato i banchi della Chiesa ma il laboratorio non era autosufficiente, il ragazzo che è venuto da noi é stato poi accreditato presso le Belle Arti e ha restaurato il Coro della chiesa a Paisco Lovere, dove sono stato parroco”. Don Cesare è di Ossimo e vive a Ossimo…
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