“Il 13 agosto ricorre l’anniversario della morte di Elena Casetto – spiega la presidente dell’Associazione LiberaMente di Lovere Maria Bagnis – avvenuta nel SPDC della ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo in occasione di un incendio mentre si trovava legata mani e piedi al letto, sola, con le porte chiuse a chiave. Come associazione e Comitato nazionale ‘Città libere da contenzione’ abbiamo scritto un testo in ricordo di Elena, perché da quella morte prenda avvio un processo per l’abolizione della contenzione nei servizi socio sanitari, a cominciare dall’ambito della salute mentale e con l’impegno delle istituzioni e della comunità tutta”.
Ecco il testo:
È passato un anno dalla morte di Elena Casetto, giovane donna di 19 anni ricoverata nel Servizio psichiatrico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, legata mani e piedi, e trovata carbonizzata nel suo letto, sola, in una stanza chiusa a chiave.
Il 13 febbraio scorso a Bergamo, a sei mesi dalla sua morte, presente la madre, il Forum Associazioni per la salute mentale di Bergamo, l’Unione Regionale Associazioni per la Salute Mentale Lombardia, la campagna …e tu slegalo subito, la Conferenza nazionale Salute Mentale hanno ricordato Elena e messo le basi per l’appuntamento del 2 aprile Città libere da contenzione. . perché da quella morte prendesse avvio un processo per l’abolizione della contenzione nei servizi socio sanitari, con l’impegno delle istituzioni e della comunità tutta.
Avevamo chiesto al Sindaco Gori di diventare il “garante”di questo processo.
Da quel 13 febbraio sembra passato un tempo infinito. In questi mesi tante altre morti hanno devastato Bergamo. Il contagio del Covid 19 si é abbattuto sulla città. La comunità ha subito sofferenze indicibili, drammatiche perdite di donne e uomini, morti spesso senza la vicinanza di una persona cara. L’appuntamento del 2 aprile non ha avuto luogo….
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