LOVERE – Il personaggio – Giovanni: “5 anni di Liceo, 4 di università, 15 di cocaina, 80 animali, 1 amore”. I numeri di uno Squilibrio che si fa equilibrio

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La storia di Giovanni l’abbiamo raccontata, l’hanno raccontata in tanti, ma ci siamo tornati sopra, perché come tutte le storie hanno un seguito e per avere un seguito a volte hanno anche nuovi inizi. Insomma, si è trasformata in una storia nuova. Il 17 dicembre questa storia prende le sembianze di un film, proiettato al Crystal di Lovere, ingresso gratuito, per tuffarsi in 75 minuti di Squilibrio. Ma lo Squilibrio ve lo godrete in poltrona, se vi va, qui raccontiamo i pezzi di questa storia nuova. Di un Giovanni Merla diverso, alla soglia dei 42 anni e di quello che c’è dietro o forse è meglio dire dentro questo ragazzo, uomo, artista, poeta, contadino: “Lovere è la mia casa ma mia nonna arrivava da Siena, il nonno era un camionista e in tempo di guerra portava i viveri agli americani, si sono conosciuti così, si sono innamorati e sono venuti a Lovere. Io con mia nonna ho sempre avuto un legame fortissimo”, la nonna si chiamava Lina: “E poi mamma Alda e papà Simone, che hanno fatto tre figli, io, Matto e Anna. Anna è medico, ha due bimbi e vive sulla Manica, Matteo vive a Londra da 17 anni si occupa di arte terapia. Io invece sono rimasto qui e sono in ferie da 6 anni, cioè da quando faccio quello che mi piace, da quando vivo con i miei animali, tutti i giorni hanno lo stesso ritmo, ma dentro ogni ritmo nessun giorno è uguale”.  Giovanni ha 80 animali, quasi tutti salvati dal macello da fini orribili, lui e la sua compagna Marta si prendono cura di loro e loro si prendono cura di lui: “Io sulla carta salvo loro ma sono loro che hanno salvato me. Mi prendo cura di loro per salvare me stesso. La sera sono stanchissimo ma è una stanchezza che mi fa stare bene. Finalmente dormo sereno dopo anni, appunto di squilibrio”. Giovanni è appena venuto via dai suoi animali, sulle mani ha un nuovo tatuaggio: “Dove c’è la disperazione che io porti la speranza, una frase di San Francesco, ecco, io mi sento così, e in questi giorni penso ai quei poveri profughi bloccati in Polonia, ai miei animali, a tutti quelli che non ce la fanno.

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