LOVERE – In memoria del Dottor Ferdinando Ruck: “L’amore per i pazienti e per Lovere”

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Giovanni Guizzetti

Ho avuto la fortuna di incontrare Ferdinando nella sua duplice veste di medico e quella di persona impegnata nel servizio sociale ed amministrativo nella Comunità cittadina di Lovere nella quale, alfine, con la sua amata Antonella aveva scelto di far crescere le adorate Rossella ed Erica. In entrambe queste vesti ha saputo mantenere immutati e non contaminati i tratti preponderanti del suo essere professionista e cittadino contemporaneamente: la concretezza unita alla solida preparazione e la sua umanità. La prima gli ha sempre consentito un approccio diretto e franco al paziente che gli permetteva di ottenerne il consenso e la fiducia, ricambiate da risultati clinici sempre ottimali. Unanimi infatti sono sempre stati gli apprezzamenti raccolti tra i pazienti da lui sottoposti ad interventi nei reparti di Chirurgia Generale dei tre Ospedali di Edolo, Lovere, Valle Camonica a Esine nei quali ha svolto principalmente la sua attività professionale; così come è sempre stata piena la stima di tutti i suoi colleghi ospedalieri nei rapporti con i quali Ferdinando sapeva mettervi sempre sincerità e massima collaborazione, mai invidia e competizione. Di questo clima ne traevano vantaggio non solo i pazienti, ma anche il personale ed i suoi collaboratori sanitari che erano stimolati, sul suo esempio, a impegni sempre portati al limite delle possibilità perché era il team che faceva la forza e non tanto le singole ed isolate competenze. L’approccio alla massima collaborazione e diponibilità veniva riservato anche a noi medici del territorio che ci recavamo in Reparto per avere notizie su interventi o accertamenti dei nostri pazienti in quell’approccio “integrale” alla loro salute che era e tuttora è fondamentale per ottenere i migliori risultati. Il fine ultimo era infatti quello di porre al centro di tutto l’individuo e non solo la sua malattia od il suo disagio in quell’ottica aristotelica dove il “tutto” è più della somma delle sue parti. Per questo non sono state poche le sue telefonate, e mi fa piacere ricordarlo ora, volte a chiedere notizie dei miei assistiti ricoverati quando la loro anamnesi secondo lui era incompleta o la terapia confusa.

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