“Il Comune di Lovere sostiene e rilancia il commercio e il turismo approvando una serie di misure e interventi concreti”. E via una sequela di facilitazioni, esenzioni, defiscalizzazioni, libere estensioni dei plateatici. Tutto, precisando con sicumera, porterà a 40.000 € di minori entrate. E al rinvio dei termini di pagamento delle principali imposte comunali.
Non soddisfatti, i lungimiranti amministratori hanno sospeso per un anno anche l’imposta di soggiorno. Anche qui, espressioni di giubilo per il mancato introito nelle casse comunali di altri 55.000 €.
Ora, delle due l’una: tutti i cittadini lavoratori del Comune di Lovere sono uguali o ce ne sono alcuni più uguali degli altri. Anche perché l’emergenza Covid ha colpito nel profondo le categorie sociali più deboli nella dimensione occupazionale e negli aspetti legati ai bisogni primari. E lì bisogna intervenire con maggiore determinazione.
Il mondo del commercio ha subito senz’altro un deficit di entrate. Ma, è altrettanto lecito pensare che il boom delle recenti stagioni turistiche post-Floating Piers possa compensare abbondantemente qualche minore incasso.
Però agli amministratori non è bastato. Ecco allora, accanto agli sconti, anche la “campagna promozionale Voglia di Lovere” sempre finalizzata a “dare maggiore impulso al commercio e al turismo”.
Senza infierire sullo slogan scelto, più adatto a qualche claim per pubblicizzare i Sofficini Findus o i Quattro salti in padella, sarebbe stato preferibile indirizzare le risorse verso una seria programmazione culturale e valorizzazione del patrimonio artistico, autonome dalla stucchevole catena pizza-gelato-negozio di abbigliamento….
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