Sono passati due anni da quando Marco Gusmini è morto schiacciato dalla croce a Cevo. Era il 24 aprile del 2014, vigilia della Canonizzazione a Roma di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II e quel giorno Marco, 21 anni, animatore dell’oratorio di Lovere era in gita con il curato e alcuni ragazzi alla Croce del Papa sul Dosso dell’Androla a Cevo
, la croce che ricordava la visita di Giovanni Paolo II a Brescia nel 1998. Un pomeriggio di festa e preghiera trasformato in tragedia. La croce si spezza. Marco rimane schiacciato. Muore sul colpo. Figlio unico. Mamma Mirella e papà Luciano vivevano con lui nel piccolo appartamento di un caseggiato in Via Papa Giovanni XXIII (altra tragica coincidenza), nella zona di Trello, zona alta di Lovere. Due anni dopo la croce sta per tornare al suo posto, tra il dubbio se fosse proprio necessario ricostruire un monumento che ha spezzato la vita a un giovane e rinvangare ferite che non si chiuderanno mai, anche alla luce del fatto che il monumento costa la bellezza di 335 mila euro ottenuti per giunta con un finanziamento a fondo perduto erogato dalla Regione con il bando dei Seimila Campanili, finanziato dal Governo, (bando riservato per lavori ai Comuni sotto i 3000 abitanti). L’Unione della Valsaviore ha appaltato l’opera a fine 2015 e la gara è stata vinta da una ditta camuna, la Cmm dei fratelli Rizzi di Vezza d’Oglio che ha aperto il cantiere, la nuova croce sarà in acciaio corten, quella che ha ucciso Marco era in legno, e sopra ci sarà la statua restaurata del Cristo…
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