Mirko e Monica, marito e moglie, sorridono dietro la mascherina, mentre qualche raggio di sole illumina la vetrina del loro negozio ‘Botta abbigliamento’. Un negozio storico, avviato 40 anni fa dalla mamma di Mirko. È proprio insieme a lui che ripercorriamo questo anno così complicato, quello del Covid, che non ha risparmiato nemmeno il settore dell’abbigliamento.
“Veniamo sicuramente da un anno duro – spiega -, anche se a dire la verità noi ci riteniamo tra quelli fortunati… almeno sentendo come sta andando anche ad altri nostri colleghi. Un po’ perché siamo un negozio storico e quindi abbiamo una clientela fidelizzata da anni”.
Mirko puntualizza: “Siamo fortunati anche perché i locali sono di nostra proprietà e a lavorare qui siamo soltanto io e mia moglie, non abbiamo dipendenti. I costi fissi e le spese di gestione è chiaro che ci sono comunque, anche a serrande abbassate… ma se avessimo avuto anche l’affitto da pagare sarebbe stata ancora più dura. Tutto questo ci ha aiutato sicuramente molto, perché è chiaro che in un momento come questo è necessario limitare i costi, un problema grosso negli ultimi anni”.
La prima chiusura a marzo è stata tosta… “Quando abbiamo riaperto a maggio avevamo tutti i capi della primavera invenduti e abbiamo cercato di rimediare con i saldi e a prezzo quasi di costo pur di venderli e non tenerli in magazzino. Certo, vendere un piumino cento grammi ad agosto non è la stessa cosa che venderlo ad aprile, ma è andata così”.
Poi è arrivato il secondo lockdown… “A novembre fortunatamente abbiamo potuto vendere almeno l’intimo Non abbiamo chiaramente pareggiato i conti, questo era impossibile, ma diciamo che siamo riusciti a bilanciare un po’ la situazione. Ora il problema non è fare i grandi numeri ma riuscire a stare al passo e non andare in perdita”…
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