Il profumo di pane fresco e croissant è come una carezza allo stomaco, l’Alveolab è lì a ridosso del centro storico di Lovere e a pochi passi dal lago, e il suo gemello, aperto da pochi mesi è in un altro centro storico, quello di Rovetta. E a impastare meraviglia è sempre lui, Matteo Pedretti, un ragazzotto di 33 anni, con la barba rossiccia, gli occhiali a coprire due occhi curiosi. Insieme a lui Michela Beccarelli, la sua compagna, di Fino del Monte, potrebbero essere il remake del film ‘due cuori e una capanna’ rivisitato in ‘due cuori e una brioche’. Perché le brioches qui sono davvero un’opera d’arte, di quelle che le ammiri con gli occhi e finisci di amarle col palato. Ma la storia di Matteo è un po’ diversa da quella di molti suoi colleghi fornai o pasticceri. Già, Matteo che arriva da Fonteno, lavorava in Lucchini, tornitore, nessuna scuola di pasticceria o alberghiera alle spalle ma una sana e grande passione: “Mi piaceva creare dolci a casa, impastare, provare, fare e cosi un po’ alla volta mi sono appassionato, studiavo da solo quando avevo tempo, sperimentavo, insomma, tutto da autodidatta”.
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