LOVERE – “Piazzale Bonomelli, zona fragile. Per la Casa della Comunità e i nuovi servizi ospedalieri perché non pensare all’Enaip?”

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La legge di riforma della sanità Lombarda è stata approvata da poco più di un mese e già si parla da più parti, della necessità di cambiarla. Non soddisfa, naturalmente, le forze di opposizione presenti in consiglio regionale, che hanno proposto, inascoltate, moltissimi emendamenti. Non soddisfa nemmeno i sindacati, le numerose associazioni del terzo settore, i medici di medicina generale, numerosi movimenti di base. In effetti a leggere il testo della riforma approvata, che interviene a  “riformare” la precedente legge cosiddetta Maroni del 2015, che era stata approvata “ in via sperimentale,” appare evidente, che l’impianto strutturale è sostanzialmente il medesimo. Viene ribadita una forte compartecipazione del soggetto privato, la cui funzione viene definita equivalente al servizio pubblico, nella gestione del servizio sanitario regionale. Questo potrebbe non essere necessariamente un fatto negativo, a patto che vengano definiti con chiarezza il ruolo, i confini, le attribuzioni dei compiti, e che vengano esercitati i necessari controlli. Le perplessità sono quindi più che legittime, visto che questo modello di servizio sanitario, ha condotto la Lombardia, all’attuale situazione di generale insoddisfazione, dimostrando tutte le carenze soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione e le prestazioni territoriali, cioè fuori dall’ospedale e per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali, ( visite specialistiche) la diagnostica di primo livello ( esami del sangue, esami radiologici ecc. procedure diagnostiche strumentali) e l’assistenza domiciliare sia sanitaria che sociale. In questa fase iniziale ritengo fondamentali due aspetti: una informazione capillare ai cittadini, che devono essere portati a conoscenza degli aspetti più significativi di questa legge che li riguarda tutti e una forte presenza delle istituzioni locali nel confronto con la regione e i suoi referenti (ATSASST ecc.) L’Associazione Lovere Domani, insieme ad Auser Lovere e Acli Circolo di Lovere, ha organizzato lo scorso dicembre un’iniziativa pubblica su questo tema, che ha visto una buona partecipazione di cittadini, che hanno seguito con molto interesse le presentazioni dei relatori. Totalmente assenti invece i rappresentanti delle istituzioni locali. Unica eccezione la presenza del Parroco di Lovere Mons. Alessandro Camadini e del presidente della Fondazione Onlus Casa della Serenità Gianluigi Conti. Analoghe iniziative si sono svolte e si stanno tutt’ora organizzando in altri comuni del nostro territorio.

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