Martedì mattina di quasi fine agosto. Il cielo sembra stanco, gonfio di un calore che lo ha avvolto per troppo tempo. Sono da poco passate le dieci del mattino, le auto nei dintorni di Piazzale Bonomelli riempiono ogni buco, ogni spazio libero, una signora alla guida di una Polo blu, si innervosisce: “Devo fare una visita in ospedale e da 20 minuti giro a vuoto….”, nemmeno il tempo di parlare che strombazza a un uomo alla guida di una monovolume reo di averle soffiato un posto che si è appena liberato. Un ragazzo appoggiato a un albero si accende una sigaretta: “E’ sempre cosi al mattino, è l’unica cosa viva di questa zona, le liti tra automobilisti per trovare un parcheggio”.
Questo viaggio nei quartieri di Lovere comincia dal cuore del paese, quello che qui è conosciuto come Piazzale Bonomelli ma si estende laggiù, sino alle Poste e arriva in fondo sino alle gallerie. Un fazzoletto di terra dove condomini, alcuni semideserti salgono da un asfalto decrepito e stanco come il cielo di oggi. Questo è un viaggio a parte, non c’entrano le amministrazioni comunali e i cambi di poltrone, non c’entra nulla, qui c’entrano le persone che vivono Lovere.
La gente è poca e va di fretta, l’Ats e l’ospedale sono le… mete più ambite. Per il resto moltissime tapparelle abbassate e qualche anziano sui balconi. Palazzoni scrostati e colori smorti che sembrano più stanchi del cielo di oggi. Si respira un’aria di… fatica anche per gli edifici. Il piazzale, quello che almeno dovrebbe essere il punto di svago, è caratterizzato da asfalto che sale e scende, spaccato in più punti da dove spuntano ciuffi d’erba che non ne vogliono sapere di starsene buoni li sotto. Camminare qui sopra per un anziano non è certo facile, sensazione di vertigini per il saliscendi, una piccola fontana di pietra non funzionante se ne sta lì in mezzo con l’acqua stagnante all’interno, fazzoletti sporchi che galleggiano.
Nessuno intorno, tranne un… libro appoggiato sul muretto, un grosso libro, mi avvicino, il titolo è ‘la preghiera’. Pagine gonfie di acqua lo fanno sembrare un volume gigantesco, però qui in effetti una preghiera ci sta. Scatto foto e qualche anziano dai balconi mi saluta.
Si avvicina una donna, vestito blu, lungo, elegante, bastone in mano, cammina e si guarda intorno: “Sa, io ho 86 anni, sono del 1938 e ho sempre vissuto qui”. Ho trovato il mio Virgilio.
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