La storia: progetti e foto di quando
venne edificata all’inizio del ‘900.
E ora qualcuno cerca di venderla ma…
Ci eravamo già stati quattro anni e mezzo fa, dopo una segnalazione di alcuni cittadini, ci siamo tornati ora, nel cuore di una delle più belle e suggestive Ville del lago, Villa Gregorini, abbandonata e sola, nuda vestita di rovi e sterpaglie, ha perso l’anima artistica, rubata, depredata, sola. Eppure Villa Gregorini ha dentro sé una storia di quelle che fanno respirare Lovere e l’intera zona. Siamo andati a recuperare e ricostruire la storia della Villa, che non è solo la storia architettonica ma anche della vita industriale della zona. Attraverso una villa si racconta il tessuto industriale e sociale di Lovere: “La villa Gregorini è legata alla nascita e allo sviluppo dell’omonima industria siderurgica, impiantata dalla seconda metà degli anni ‘50 dell’Ottocento sul confine dei comuni di Castro e Lovere, dove c’era il vecchio sito manifatturiero denominato ‘la Fonderia’. Le prime notizie riguardanti la storia del complesso manifatturiero risalgono al 1742, quando veniva documentata, tra i comuni di Castro e Lovere, l’attività di una piccola officina destinata alla fabbricazione di armi ed attrezzi agricoli per la Serenissima Repubblica di Venezia. Nel 1856 l’imprenditore Giovanni Andrea Gregorini, discendente da una famiglia camuna che già dall’inizio del secolo si era distinta nella lavorazione del ferro, trasferì le sue attività da Vezza d’Oglio a Lovere, rilevando l’impianto esistente de ‘la Fonderia’ che sfruttava l’energia fornita dall’acqua del torrente Tinazzo. Qui Gregorini, portando avanti l’intraprendenza di famiglia che aveva permesso al padre, ‘oste e ferratiere’, di reinvestire felicemente le risorse derivanti dall’attività commerciale nel settore dei manufatti in ferro, vi stabilì una fonderia di minerale di ferro proveniente dalle miniere della alta Val Camonica e della Val di Scalve, potendo contare sulle maestranze specializzate portate da Vezza d’Oglio….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBRE