Non solo Santa Maria. I 500 anni della Basilica hanno permesso ai loveresi di tuffarsi nell’arte, nella storia e nella fede di una Basilica che ha incantato e incanta chiunque se la ritrova davanti. Ma a Lovere l’arte e la fede sono sempre state di casa. Cominciamo dalla cappella di Trello, forse non tutti sanno che li si recavano i contadini che non andavano in paese a pregare la Madonna che si trovava nella cappella, perché allora l’illuminazione non c’era ed era buio. Ma i frati cappuccini non erano felicissimi di questa cosa perché nella loro chiesa, abbastanza vicina a Trello non si recava chi invece andava a pregare nella cappella. Il superiore dei frati Cappuccini voleva portare così la Madonna che era nella cappella di Trello al Convento ma la gente appena saputa la cosa, si è ribellata. Tutto bloccato, discussioni, caos, si chiede l’intervento delle autorità loveresi, i cosiddetti ‘signoroni’ che provano a dirimere la questione tra frati e residenti. Si trova un compromesso, per non inimicarsi gli abitanti ma neanche i frati, e così la statua della Madonna viene posiziona vicina all’attuale convento ma anche vicino a Trello, nella zona dove inizia il cosiddetto Serpentone, in una cappella più grande dove si trova anche un affresco antico della Madonna. Una cappella privata che però col tempo è stata abbandonata, inferriate, affreschi rovinati e scrostati che raffigurano i due santi patroni di Lovere di allora, prima che diventassero sante le suore Gerosa e Capitanio.
La cappella si trovava sulla strada che porta al cimitero, prima dell’attuale casa della Serenità, realizzata nel ‘500, un cappella a forma ottagonale, cappella col tempo denominata del Crocifisso, dall’analisi di alcuni documenti si capisce che la cappella esisteva già alla metà del 500 perché San Carlo Borromeo quando era Arcivescovo di Milano, durante la celeberrima visita pastorale in Lombardia, in ogni luogo dove si fermava, faceva sistemare le chiese e le cappelle, nella cappella del cimitero chiese di posizionare lanterne per avere più luce all’interno e le porte abbattute…
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