“Qui se passi oggi intorno alle 18 trovi un gruppetto di 10, 12 giovani ragazzi africani che giocano a calcio”. Il nostro accompagnatore ci porta nel cuore di una Lovere pulsante, viva, quella del Villaggio Colombera, condomini che si alzano verso il cielo a ridosso del lago e della strada: “Qualche anno fa in questo campetto avveniva la stessa cosa, tanti ragazzi che giocavano a calcio, l’unica differenza era la nazionalità, allora erano italiani. Il risultato è lo stesso, stare insieme e divertirsi perché qui di problemi non ce ne sono, semmai il problema è quello che ci manda un luogo dove stare insieme davvero tutti, giovani ma anche anziani, lo vedi questo parco? Per gli anziani qui non c’è nulla da fare. Non chiediamo chissà cosa, ma gli spazi pubblici vanno ripensati, soprattutto se all’interno di posti affollati come questo, un anziano deve avere la possibilità di poter starsene seduto al parco sotto una tettoia se piove o di giocare a carte o di stare insieme a parlare con qualcuno, qui non è possibile. Mettici anche che qui non ci sono negozi o bar e la socialità si azzera, ma mai come adesso ce n’è di bisogno”. Qui e nel vicino villaggio Donizetti, in questo fazzoletto di terra, vivono centinaia di persone che arrivano un po’ da tutte le parti: “Qui ci sono giovani, bambini, l’età media di Lovere è molto alta ma qui si abbassa, questi villaggi sono il futuro di Lovere, un’alta percentuale di questi giovani non sono italiani, sono venuti a vivere qui e quindi sono di Lovere. La Colombera nasce come un quartiere che è la somma dell’evoluzione urbanistica del paese, si è usciti dal centro storico e si è andati ad abitare nei condomini. Una parte di questi abitanti è stata raccolta da Costa Volpino e un’altra dal villaggio Colombera e dal villaggio Donizetti. Il condominio era diventato l’alternativa, siamo negli anni ’70, c’era il boom industriale che significava elettrodomestici, cucina hi tech, la vita in condominio sembrava più facile rispetto a quella in una casa singola. Stiamo parlando di un periodo dove alla Lucchini c’erano qualcosa come 3200 dipendenti, venivano dalla Liguria, dal Veneto, insegnanti che venivano prevalentemente dal Sud e che dovevano trovare un’abitazione, aggiungici anche i dipendenti statali, dall’Agenzia delle Entrate ad altri servizi e poi l’ospedale, insomma, la domanda di abitazioni era forte”…
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