La buona notizia per Davide Zanga, imprenditore e assessore di Albino, è arrivata una settimana fa, venerdì 17 luglio. “Ho fatto due tamponi e venerdì mi è stato comunicato che, finalmente, potevo uscire, la quarantena era finita. Quindi, dopo un quarto d’ora ero già in moto per andare in cantiere…”. Sì, perché Zanga alcuni mesi fa, all’inizio della tempesta Covid, era stato malato (sia a gennaio che a marzo) e aveva avuto la polmonite. “E il bello è che, quando ero malato, ho chiesto inutilmente di fare il tampone per sapere se si trattasse del Covid. E, invece, niente, non me l’hanno fatto. Sono poi guarito – spiega Zanga – ma mi sono auto isolato per un mese. In seguito, da fine aprile all’inizio di luglio sono uscito di casa, andavo al lavoro, sui cantieri, o in Comune. Ero tranquillo, anche se ho sempre usato la mascherina per precauzione e ho sempre provato la febbre”. E poi, cosa è successo? Dopo aver fatto, come molti altri abitanti della Valle Seriana, il test sierologico e il tampone, Davide è risultato positivo, pur stando bene. “Sì, e così sono stato costretto a stare chiuso in casa per la quarantena. Adesso però, finalmente sono tornato libero”. Durante la sua quarantena, mentre lavorava da casa, Zanga teneva aggiornati i suoi numerosi amici e follower. Il 17 luglio scriveva: “Finalmente libero! Il disgraziato è morto e sepolto. Grazie alla signora di ATS che mi ha comunicato la bella notizia. Una cosa importante che in pochi dicono: oltre all’importanza del distanziamento sociale, oltre a mettere la mascherina, oltre a igienizzare le mani, è assolutamente importante igienizzare le cavità nasali. Chiedete al vostro medico di fiducia o al vostro farmacista di riferimento come fare, con me ha funzionato ed ho scoperto che oltre a respirare meglio previene un sacco di rogne”. Il giorno prima, il 16, scriveva invece: “Oggi ho fatto il secondo tampone e mentre scrivo non ho ancora il risultato del primo. Innanzitutto, sono molto contento che mia moglie ed il mio amato bambino sono risultati negativi dopo la loro quarantena obbligata dalla mia positività. Su questo mi assale un senso di colpa che è difficile da descrivere. Non sono uno scienziato, ma l’esito dei loro tamponi basta per capire che non sono infettivo, in quanto con Denise ed Andrea condivido gli stessi spazi, respiro la stessa aria, utilizzo le stesse posate, dormo nella stessa camera. No, non ho cambiato camera appositamente ed egoisticamente non ho rinunciato alle coccole al mio bambino. Non l’ho fatto in quanto tutti e tre siamo stati male sia a gennaio, sia a marzo e l’esame sierologico ha dimostrato il motivo della nostra influenza: Covid-19. Pertanto, pur non riuscendo a spiegare la presenza nelle mie narici del maledetto, sono certo che dopo mesi di condivisione con i miei contatti più stretti loro sono lindi. Lo hanno demolito. Ora attendo, sperando nel buon Dio, nel frattempo ringrazio il medico di ATS che non solo mi ha esaminato, ma soprattutto con la battuta pronta ed il sorriso in volto mi ha risollevato un po’ il morale dopo giorni di isolamento. Ringrazio anche chi in ATS si prodiga ogni giorno, dietro un PC o macinando chilometri a far visita ai malati di Covid. Anche loro, oggetto 10 giorni fa della mia rabbia e frustrazione applicano quei protocolli che giusti o sbagliati abbiamo sbandierato, in piena epidemia, come la risoluzione di ogni pandemia. E credo che le mie scuse siano dovute anche a loro, vittime del Covid”. Qualche giorno prima, infatti, aveva esternato la sua rabbia. Il 7 luglio: “Oggi ringrazio i miei nonni che 16 anni fa hanno deciso di lasciarmi la casa costruita da loro con sacrificio la sera, il sabato e la domenica. E per chi ha conosciuto il ‘Gioanela’ può solo immaginare la qualità dei lavori nonostante la casa abbia oltre 40 anni. Una casa grande in cui non ho mai concepito il perchè di tali dimensioni. Ma oggi, ai domiciliari per l’ennesima volta causa Covid (non riporto ora le mie considerazioni sulla gestione perchè sono prossimo alla calunnia a partire da ATS sino a giungere al Ministero della Sanità), sono grato ai miei nonni per ogni singolo metro quadrato della mia casa, per ogni singolo filo d’erba del giardino”. “Sì – conferma adesso Davide – ero arrabbiato. Passavo le giornate dalla camera da letto al bagno, poi alla taverna e in ufficio… ma adesso è finalmente finita!”. Zanga ha quindi ripreso le visite ai cantieri della sua ditta, la Edilnova, azienda di famiglia. E, naturalmente, ha ricominciato a frequentare il palazzo comunale di Albino, nella sua veste di assessore al Bilancio e al Commercio. Già… il commercio. Come è la situazione dei commercianti albinesi in questo difficile periodo? “I commercianti soffrono, sono preoccupato soprattutto per i bar e i ristoranti. Del resto, questo è un periodo difficile per tutti, anche per le Amministrazioni comunali. Per quel che riguarda i commercianti, con il Distretto del Commercio, insieme agli altri Comuni della valle, stiamo vedendo di imbastire qualcosa per loro. Lo stesso anche come Comune. Un milione e 93 mila euro sono arrivati, una parte vorrei usarla per dare ossigeno ai miei commercianti, ma purtroppo molte entrate sono venute a mancare a causa di tutto quello che è capitato in questi mesi. Purtroppo, ad Albino alcuni negozi sono stati chiusi, come anche in altri paesi”. Zanga se la prende con una parte dell’attuale classe politica “romana”: “Ho paura di chi si laurea alla Bocconi, perché sentendo certe affermazioni di politici che stanno a Roma, al Governo… ci si rende conto che loro sanno ben poco della realtà, di cosa succede a chi lavora, agli imprenditori, ai commercianti, ai dipendenti. Manca la vicinanza al territorio. C’è poi il malcostume di certe persone che se ne approfittano della situazione, con la scusa che ‘c’è l’epidemia e quindi non ti posso pagare…’. Mah…”. Come vanno i rapporti all’interno della maggioranza di centrodestra che guida Albino? “Le cose vanno bene, ma come tutte le cose potrebbero andar meglio. Il sindaco Fabio Terzi è come se fosse, non dico un fratello, ma un vero amico da anni. Con lui e il suo gruppo siamo in sintonia, magari si alzano i toni ma alla fine ci si capisce e si raggiunge l’obiettivo. Terzi è una persona umile e intelligente e a lui piace fare il sindaco, ci tiene, e questo è positivo. Io non sarei idoneo perché non avrei la sua stessa attenzione al Comune, al paese. A me non piace mettere la fascia…”, sorride E con la Lega, con cui non hai mai avuto rapporti eccellenti? “La Lega? Una parte di loro ha ancora il dente avvelenato con il mio consigliere Manuel Piccinini. Lui ha rapporti con la Regione Lombardia e anche con tanti concittadini… se uno è il più votato di Albino, vuol dire che la gente ha fiducia di lui, 500 persone gli hanno dato fiducia. Ciò vuol dire che lui sa creare un dialogo con le persone e questo è positivo, ma a una parte dei leghisti di Albino questo non piace. La Lega dovrebbe sfruttare la sua passione e invece non lo fa…”. Finalmente libero dal Covid e dalla quarantena da “sano positivo”, Davide Zanga ha ripreso il suo cammino politico/ amministrativo. Di lavoro da fare ce n’è tanto, in particolare pensando alla difficile situazione dei commercianti albinesi. Lui ne è conscio ed è pronto a rimboccarsi le maniche e a combattere.