amare Dio, amare l’uomo

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giorgio fornoni libro

“L’unico modo per amare Dio è amare l’uomo”

Giorgio Fornoni a Udine ci è arrivato come sempre e come al solito con la sua voglia di conoscere, capire, provare a vedere.

Lui che la testa la mette assieme al cuore dentro a ogni inchiesta che fa, in ogni posto che va, così è stato anche sabato 31 gennaio quando è arrivato a Udine per il premio Nonino 2009, assegnato quest’anno alla scrittrice Chimanda Ngozi Adichie, allo storico inglese Hugh Thomas, all’economista, sociologa e documentarista Silvia Perez-Vitoria e ai malgari della Carnia.

Giorgio era là per Chimanda, premiata per aver scritto e ricordato “gli orrori di una guerra africana che si è combattuta prima della sua nascita”, pagine “intrise di pietas domestica e d’amore per la sua terra”, la terra africana è la Nigeria dove in questo periodo Giorgio sta realizzando un’inchiesta che approderà fra poco a Report.

Quel giorno Giorgio incontra Ermanno Olmi, anche lui a Udine: “Ci siamo piaciuti subito – racconta Giorgio – ognuno conosceva già il lavoro dell’altro ma non ci eravamo mai incontrati.

C’è un filo che ci unisce da sempre, tutti e due denunciamo le sofferenze dell’uomo, abbiamo cominciato a parlare, poi si è fatto accompagnare da me in auto in un posto in mezzo alla campagna, un giro lungo, ed è nata una chiacchierata che è diventata più di un’intervista, un impegno da portare avanti, da provare a concretizzare”.

Da un anno Olmi ha mollato la regia e ha scelto la strada del documentarista: “Mi ha detto ‘dobbiamo fare qualcosa assieme, Report va bene ma è un programma di nicchia, i nostri li abbiamo già convertiti, dobbiamo fare altro, provare spazi diversi’.

Sì, dobbiamo reinnamorarci della vita per dare valore alla vita”. Giorgio Fornoni ed Ermanno Olmi, qui sotto la chiacchierata-intervista.

GIORGIO FORNONI Chi è il monaco, chi è l’eremita e… cosa cercano? “Io credo che ci sono molti modi di scegliere di vivere, queste persone hanno scelto, come dire una sorta di contemplazione interiore, in qualche modo poi aiutata, sostenuta dalla contemplazione che hanno davanti al loro sguardo.

Non per niente questi eremiti e questi monaci creano intorno a loro quelle condizioni per essere appunto in una situazione contemplativa, la contemplazione che cos’è se non il nostro dialogo col mondo davanti al nostro sguardo, possibilmente il più bello possibile e la nostra interiorità?”.

L’amore verso l’uomo secondo lei può essere uguale all’amore verso Dio? “No, no, io privilegio l’amore verso l’uomo e credo sia l’unico modo, se uno crede alla trascendenza, l’unico modo per amare Dio”. Lei in una conferenza a cui avevo assistito aveva detto: “Il mondo sta andando sempre più basso in un imbuto, diventa sempre più brutto e dobbiamo riinnamorarci”.

“Diciamo che il 7′ bello e il brutto dipende spesso dal nostro stato d’animo, allora, per ottenere una buona disposizione a uno sguardo favorevole alla vita, cosa c’è di meglio se non l’innamorarsi?

Io ricordo da ragazzo quando spessissimo ci si innamorava, ecco, quella condizione era una condizione di felicità, questa felicità poi non rimaneva soltanto nell’ambito di quel sentimento specifico rivolto a quella persona particolare ma era una felicità generale.

Quando si è innamorati tutto è bello e quindi anche il meno bello lo facciamo diventare bello. Credo che, al di sopra di una soglia di indegnità del vivere, quindi la violenza l’egoismo ecc, al di sopra di questa soglia che non si può assolutamente superare, nel baratro del fallimento umano, ecco, tutto può diventare bello o quanto meno il brutto meno brutto, quando si è innamorati”.

Come potrà l’uomo combattere il potere? Il debole sarà sempre più debole e il forte sempre più forte. Che speranza ha l’uomo “debole”? “Il potere può molto, proprio perché è ‘potere’, ma l’uomo ha un potere superiore, la capacità di rendersi libero dentro se stesso, se uno è libero dentro se stesso il potere non potrà mai varcare la soglia di questa libertà e, anche nel silenzio di tutte le censure possibili, la libertà che è nella mente e nell’animo di un uomo supera queste barriere”.

Sto facendo un video sui Gulag. Perché secondo lei si parla sempre e solo di Nazismo e non si denuncia anche il periodo buio dello Stalinismo? “Nazismo e lo Stalinismo? Ma non è vero, non è vero, che parliamo solo di una delle due fazioni: noi giustamente parliamo spesso quando gli orizzonti si annuvolano e sentiamo delle inquietudini, allora si torna a parlare spesso, e bisogna farlo, di ciò che fu il Nazismo.

Nella nostra area in particolare il Nazismo con il Fascismo hanno creato situazioni per le quali abbiamo dovuto pagare un prezzo molto alto. Ma al di là di questa nostra realtà italiana, oltre il confi ne di quello che era la divisione est/ ovest, là si parlava tanto di Stalinismo, perché l’avevano sulla loro pelle.

Quindi noi tendiamo a parlarne di più rispetto allo Stalinismo, ma la cosa importante è considerare un altro aspetto, a mio avviso, l’aspetto del non dimenticare, vale a dire che si parli di Stalinismo o si parli di Nazismo l’importante è che se ne parli come di una cosa che ci riguarda tutti i giorni che noi viviamo, perché il pericolo è la dimenticanza con la lontananza nel tempo, oggi chi si preoccupa più della strage degli innocenti di Re Erode?

Nessuno si preoccupa più, eppure c’è stata… ancora oggi centinaia, migliaia, milioni di bambini vengono sacrificati.

Bene, cosa dobbiamo fare noi di fronte a questi esempi recenti? Mantenere viva la memoria ma non solo del presente, la memoria di una storia di umanità costellata da delitti criminali, che fanno scadere l’umanità a un livello davvero di quell’indegnità di cui parlavo prima.

Allora non polemizziamo, è stato peggio il Nazismo o peggio lo Stalinismo… facciamo in modo che Stalinismo e Nazismo vengano considerati il peggio e quindi non è nel confrontare i mali ma nel distinguere i mali dal modo, come dire?, più civile, più umano, più fraterno di vivere la società”.

Lei ha detto “E’ meglio bere un caffé con un amico che leggere 100 libri”…

“Un libro può darci grandi, enormi soddisfazioni, si dice anche che un libro è un buon amico quando è un buon libro, ma bere un caffé con un amico vale molto di più di un libro, questo non vuol dire che dobbiamo bere 30 caffé al giorno e non guardare nemmeno un libro.

il libro è lì, aspetta che noi lo prendiamo tra le mani e iniziamo questo rapporto di confidenza tra noi e il libro, l’amico no, l’amico lo cogli in quel momento, poi può essere che un momento dopo non lo puoi più vedere, allora se bussano alla mia porta un libraio e un amico, io apro prima all’amico, perché appunto il libro è una sorta di amico che ho sempre lì a disposizione.

‘Val più un caffé con un amico che tutti i libri del mondo’ perché? Da un libro posso sentire il desiderio suscitato dalla lettura di amare il mondo che è intorno a me, ma se io ho la possibilità di amare subito il mondo che è intorno a me e mostrarlo attraverso una stretta di mano un bacio una carezza una parola, questo è già l’esito tangibile, materializzato di un sentimento letto nel libro perché quel sentimento diventa realtà”.

Lei ha tirato in causa il Signore, ha tirato in causa il Signore dicendo: “Dovrà anche lui rendercene conto!! Mi pare abbia detto questa frase”. “Si. Dio, non il Signore, Dio perché sia davvero Dio tace.

In questo silenzio di Dio c’è il bene e il male, c’è la giustizia e l’ingiustizia perché Dio fa soffrire alcune persone altri invece possono godere di tutto, perché Dio ad esempio fa delle creature bellissime e altre invece un impasto mal riuscito della creazione, allora questo mistero Dio è bene e male insieme.

Allora io chiamo in causa quel Dio che verrà a giudicare noi e mi deve dare la possibilità di essere giudicato, cosi come fece Giobbe, e come rispose Dio a Giobbe guarda il creato e vedi cosa c’è di buono e meno buono.

A questo punto io mi sento di lodare il Dio del bene ma condanno il Dio della sofferenza, perché gli innocenti debbono pagare?

Si dice è il disegno di Dio, non accetto questa risposta poiché gli uomini che si riferiscono a Dio possono fare il bene o il male, questi uomini hanno scelto spesso di fare il male invocando il nome di Dio. Allora vuol dire che c’è un Dio del male?

Se questi uomini invocano la morte del nemico la morte dell’innocente calpestano gli umili quindi condanno questo Dio”.