Philippe Daverio, storico e critico d’arte, era malato da qualche tempo ed è morto questa notte all’Istituto dei Tumori di Milano.
Daverio, lui che lasciò la Bocconi per ribellione, lui che aprì una bottega d’arte in Via Montenapoleone, lui che fece l’assessore per il leghista Formentini: “E la buona borghesia mi girò le spalle”. Daverio, critico d’arte, gallerista, universitario, scrittore, politico. Il padre Napoleone e la mamma, al francese Aurelia, la sua educazione ottocentesca nei collegi, il trasferimento a Varese con la famiglia, la moglie, il figlio e tanti…cani. Daverio era nato a Mulhouse, in Alsazia, il 17 ottobre 1949 da padre italiano, Napoleone Daverio, costruttore, e da madre alsaziana. Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 71 anni. Come gallerista ed editore ha allestito molte mostre e pubblicato una cinquantina di titoli, tra i quali Catalogo ragionato dell’opera di Giorgio De Chirico fra il 1924 e il 1929; Catalogo generale e ragionato dell’opera di Gino Severini. Specializzato in arte italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale del Novecento. Non solo, perchè Daverio aveva portato l’arte nelle case degli italiani anche attraverso la televisione.