Domenica 10 maggio è tornata a Tavernola la dottoressa Gabriella Formenti, ammalata di Coronavirus e guarita dopo circa due mesi di cure. Era stata ricoverata il 14 marzo a Chiari in Medicina, ma dopo due giorni era stata trasferita in rianimazione dato l’aggravamento del male. Il marito, dott. Alessandro Napolitano, in data 17 marzo, aveva chiesto aiuto e preghiere per la moglie che proprio in quei giorni stava malissimo: era infatti sedata, poi intubata. A fi ne marzo era stata dimessa dalla “zona virus” e riportata in Medicina, dove è rimasta fi no al 9 di aprile. Da qui è stata poi portata alla Clinica Maugeri di Lumezzane (Bs) dove ha passato la quarantena ed è stata presa in cura da fisioterapisti e altri specialisti fi no a domenica 10 quando è stata riportata a casa. Il marito aveva avvertito alcuni compaesani del rientro della moglie, e questi, senza dire niente a nessuno, hanno organizzato una forma di accoglienza gentile: hanno dipinto un piccolo stendardo e lo hanno posto in capo alla via dove la dottoressa abita ed hanno avvertito il Parroco che, all’ora annunziata, avrebbe fatto suonare “ad allegrezza” le campane del paese. Poi, radunata una piccola folla (tre-quattro famiglie abitanti sul lungolago vicino alla casa della dottoressa), hanno atteso l’arrivo della macchina per farle una piccola ma simbolica festa. Questo gesto ha commosso la dottoressa, che ha ringraziato i tavernolesi attraverso la seguente “lettera” inviata al Sindaco: “Carissimi, sono fi nalmente ritornata a casa nella nostra comunità. Con queste poche righe, voglio ringraziare tutti Voi per aver sostenuto me e la mia famiglia, in questo momento così diffi cile, con sincera e concreta generosità. Non potendo farlo singolarmente, Vi ringrazio tutti per l’affettuosa e calorosa accoglienza che mi ha riempito il cuore e mi ha molto commosso. Con la sicurezza di tornare a vederci di persona, Vi abbraccio tutti con affetto Gabriella Formenti” Domenica 10 mattino passando davanti alla casa della dottoressa Formenti proprio all’ora esatta del suo arrivo l’avevo trovata “in forma”, e così abbiamo concordato questa intervista: Dottoressa, quando ha cominciato a star male al punto di fi nire all’ospedale? “A fi ne febbraio avevo una forma strana di malessere: raffreddore, dolori alle gambe… Passerà, mi sono detta. Anche la febbre mi era venuta, poi è passata. Ma i giorni che trascorrevano non mi portavano benefi – cio, anzi: il 4 marzo sono proprio stata male, e allora ho chiamato il dottor Zanolini, il marito di Francesca Sorosina che è il primario della Medicina di Chiari, e che abita a Tavernola. Da quel momento, nonostante le cure del medico, ho continuato a peggiorare e quindi, il 14 marzo, mi sono fatta ricoverare presso l’ospedale di Chiari dove mi aspettava il dottor Gabriele Zanolini. Lì ho seguito tutte le precauzioni previste dalla legge e poi sono stata ricoverata in Medicina, dove ho potuto constatare di persona la grande umanità del dott. Zanolini che è stato un ottimo medico oltre che amico personale. Purtroppo però anche le cure dell’Ospedale non sono servite a nulla: infatti il 17 marzo sono stata trasferita in Rianimazione in sedazione…”. E’ stata in sedazione? E per quanto tempo? “Solo per 3 giorni. Poi, siccome non mi riprendevo e peggioravo a vista d’occhio, sono stata intubata per qualche giorno e poi mi hanno tolto il tubo che mi ostruiva la trachea. Che liberazione stare senza quel tubo che consentiva il passaggio dell’aria ma mi impediva di parlare! Io capivo tutto quello che dicevano i medici, ma non potevo parlare. Alla fi ne, il 27 marzo, mi hanno ritrasferito in Medicina dove mi sono trovata abbastanza bene, data anche la presenza del dott. Zanolini, uomo di grande umanità e sensibilità. Sono stata degente in Medicina fi no al 9 di aprile, data stabilita per il mio trasferimento in una clinica per la rieducazione motoria e della respirazione”. Perché motoria? “Perché la lunga degenza, in pratica l’immobilità assoluta nella stanza d’isolamento, ha creato problemi: ora infatti devo fare parecchi esercizi con la fi – sioterapista per riacquistare tutti i movimenti… anche quelli che servono per andare in macchina! Devo inoltre consolidare la respirazione, che ancora è carente. Le cure sono state messe a punto dalla Clinica Maugeri di Lumezzane, dove sono stata seguita con attenzione e dove sono rimasta fi no al 10 maggio mattino”. Ora è a casa: è troppo chiederle quando rientrerà “in servizio”? “Penso che sarà un’assenza piuttosto lunga. La convalescenza è impegnativa, perché prende in considerazione più parti della persona: il respiro, che deve regolarizzarsi, e i movimenti delle braccia e delle gambe. Pensi che tuttora, quando devo salire le scale, mi devo appoggiare a qualcuno per vincere la pendenza dei gradini. C’è comunque in paese il dottor Cittadini, che da tempo è mio compagno in Uffi – cio e che mi sta già sostituendo. Se poi la mia assenza si prolungherà rimarrà probabilmente lui a sostituirmi, a meno che l’ATS proceda ad individuare un nuovo sostituto”.