Una lunga relazione si chiude nel peggiore dei modi per un uomo di origini tunisine, A.A., 39 anni, residente da tempo in Italia, a Palosco.
L’uomo era destinatario di un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e dai luoghi frequentati dalla persona offesa emesso dal GIP del Tribunale di Bergamo in data 30 agosto u.s., a seguito della denuncia sporta dalla ex compagna ai Carabinieri della Tenenza di Seriate qualche giorno prima. La vittima, dopo l’ennesima aggressione fisica, uscita dal pronto soccorso, aveva raccontato ai Carabinieri di subire da molti anni vessazioni, violenze fisiche, minacce di vario genere da parte dell’uomo. Dopo circa quindici anni di relazione decideva di vuotare il sacco, ormai provata da una situazione diventata insostenibile.
L’indagato tuttavia, nonostante il provvedimento emesso nei suoi confronti, non accettava la fine della relazione e continuava a contattare la vittima quotidianamente, facendosi trovare sotto casa.
Sempre più impaurita dalla situazione, la donna si recava nuovamente dai Carabinieri di Martinengo perché cogliessero l’ex compagno in flagranza.
Così, finalmente, il 22 settembre, i Carabinieri sorprendevano l’uomo a pochi passi dalla porta d’ingresso del condominio ove risiede la vittima. Il medesimo veniva quindi prontamente fermato e tratto in arresto per la violazione dell’art. 387 bis del codice penale, per avere violato il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. A.A. veniva quindi accompagnato presso la camera di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Treviglio in attesa di rito direttissimo, celebrato il 23 settembre u.s., ad esito del quale veniva convalidato l’arresto ed emessa la misura del divieto di dimora nel Comune di Palosco.
Il Giudice per le Indagini Preliminari successivamente, vista la pericolosità sociale del soggetto, a seguito della richiesta di aggravamento della precedente misura di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa formulata dal Pubblico Ministero, disponeva la misura della custodia cautelare in carcere.
Le immediate ricerche attivate della Forze dell’ordine davano i loro frutti e l’indagato, nella serata del 25 settembre, veniva rintracciato a Bergamo dal personale della Squadra Volanti della Questura di Bergamo in una struttura ricettiva della città. Gli Agenti gli notificavano la misura e lo traducevano presso la Casa Circondariale di Bergamo.