“Abbiamo gioito, abbiamo festeggiato, ma adesso per lui è iniziato il momento di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. E di impegni ne avrà tantissimi nei prossimi cinque anni, ma ne aveva tanti anche negli ultimi dieci, quando è stato vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali. Però adesso il sindaco è lui, con tutte le responsabilità che questo comporta, con tutti gli onori e gli oneri”.
Mamma Graziella ci accoglie nella sua casa di Abbazia, una delle frazioni del Comune di Albino nella Valle del Lujo, con il sorriso stampato sul volto.
È (giustamente) felice, perché il suo secondogenito, Daniele Esposito, è stato eletto da alcuni giorni nuovo sindaco di Albino, il più popoloso Comune della Valle Seriana. E c’è riuscito al primo turno, evitando così il ballottaggio. Maurizio, papà di Daniele e marito di Graziella, era ai seggi a seguire lo spoglio. Lei era a casa, in attesa del verdetto finale.
“Mi chiedevo: avrà superato il 50%? O non l’avrà superato e dovrà fare il ballottaggio? Mio marito mi teneva aggiornata; Daniele a volte era sopra il quorum, a volte leggermente sotto. Poi, finalmente, è arrivata la notizia che aspettavo con ansia: mio figlio è sindaco!”.
Graziella, per lei è stata una sorpresa sapere mesi fa che Daniele si sarebbe candidato come sindaco di Albino? “No, assolutamente, per me e per mio marito non è stata una sorpresa. Già quando era diventato vicesindaco 10 anni fa, quando lui ne aveva solo 24, immaginavo che avrebbe potuto diventare sindaco, presto o tardi”.
A volte i genitori, quando i loro figli prendono delle decisioni impegnative, li mettono, per modo di dire, ‘in guardia’, dicendo magari “pensa bene a quello che fai, perché ricordati che ti prendi una bella gatta da pelare” o qualcosa di simile. L’ha fatto anche lei con Daniele?
“No, io gli ho solo detto: ‘una volta che te la senti di fare questo passo…
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