MONASTEROLO DEL CASTELLO – Monica, la rabbia di un’ambulante: “Chiedo solo di poter lavorare”

0
960

Quello di Monica, che con il marito Sauro è titolare di ‘Patelli Abbigliamento Bimbi’ di Monasterolo del Castello, è uno sfogo, anzi, è qualcosa di più. È un grido di rabbia da parte di chi gestisce un’attività e si trova in lotta contro le incongruenze dei decreti governativi.

Perché vendere un vestito per bambini all’interno di un negozio lo si può fare, mentre vendere lo stesso prodotto in un mercato, all’aria aperta, è vietato?

È proprio questo che non riusciamo a capire. Non capiamo il senso di queste scelte assurde e non coerenti. Ci siamo rivolti anche alle associazioni di categoria, ma anche loro non ci sanno dare risposte; anche loro mandano lettere a chi di dovere, ma non viene mai data una risposta soddisfacente. In questo periodo noi siamo ancora chiusi. Eppure – spiega Monica – da alcuni mesi nei mercati, oltre agli ambulanti di alimentari, sono ritornati anche i fioristi. Ben venga per loro, ma noi chi siamo? Noi che lavoriamo all’aria aperta vendendo beni considerati essenziali, veniamo discriminati. Questo perché secondo questi decreti è salutare comprare in un negozio di abbigliamento per bambini ma non da noi che siamo un negozio all’aria aperta!”.

Già… una scelta assurda, che non ha spiegazioni, figlia di un probabile errore che è stato fatto a monte, a livello governativo, e che non è mai stato corretto.

Io non parlo solo per la nostra attività, ma a nome dell’intera categoria, che viene discriminata. C’è la paura che davanti alla nostra bancarella si formerebbe un assembramento? Ma figuriamoci… c’è più gente fuori dai bar a bere il caffè…”.

La ‘Patelli Abbigliamento Bimbi’ è un’azienda a conduzione familiare che esiste da un decennio.

Di solito, quando non ci sono queste limitazioni legate all’epidemia, noi facciamo parecchi mercati: il lunedì a Clusone, il martedì a Edolo, il mercoledì a Casazza, il giovedì ad Ardesio, il venerdì a Bienno e il sabato a Lovere, oltre a due mercati estivi a Schilpario e all’Aprica. Però, ogni volta che si decide una chiusura delle attività noi siamo sempre in mezzo. Lo ripeto: perché si può andare a comprare un vestito per il proprio bambino in un negozio e non lo si può fare al mercato, all’aria aperta?”…

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 2 APRILE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui