NEMBRO – “C’è un silenzio grande, è il rispetto del dolore”. “Aveva già aggredito il padre che lo aveva denunciato ma poi aveva ritirato tutto…”

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Luca Mariani

«C’è un silenzio grande. È bello perché significa rispetto del doloreDon Giuseppe Belotti, che da 31 anni è la guida spirituale di Viana, descrive con queste semplici parole il clima che si respira nel quartiere di Nembro dopo che sabato 28 ottobre 2023 Matteo Lombardini ha ucciso a coltellate il padre Giuseppe di 72 anni.

«Il papà frequentava la messa. Però è una famiglia abbastanza appartata e molto riservata.» Spiega ancora il “prete psicologo”, che più di dieci anni fa aveva avuto modo di confrontarsi con Giuseppe e la moglie Mariangela Stella, proprio a causa della sua doppia veste di parroco e psicoterapeuta. «Matteo aveva già provato a fare la mossa di aggressione al padre. Lui aveva sporto anche denuncia poi l’aveva ritirata. In questi casi si cerca sempre di salvare il salvabile. In quell’occasione Giuseppe e Mariangela si erano defilati un po’ dalla comunità religiosa quasi per vergogna.»

Ciò nonostante don Belotti non ha mai incontrato il trentacinquenne Matteo Lombardini, ma sa che «ha delle grosse fatiche. Per questo è stato in comunità ed era seguito in psichiatria.» Il parroco di Viana ha una ipotesi sulle cause dell’azione violenta del 28 ottobre: «Ho saputo da un parente che ultimamente gli hanno cambiato i farmaci: probabilmente l’hanno sballato del tutto. L’hanno buttato fuori dal sentiero completamente.»

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