NEMBRO – I nembresi al mercato e le loro… piaghe d’Egitto. “Prima il virus, poi la grandine. Non so che colpe abbiamo noi di Nembro, se deve succedere qualcosa di brutto… capita qui…”

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Parcheggio di Nembro, a due passi dal cimitero. Il cielo non promette niente di buono. Nuvole scure da una parte, nuvole più chiare dall’altra, non filtra il più piccolo raggio di sole… però non piove… e non grandina, come è accaduto qualche giorno prima, quando Nembro è stata letteralmente sommersa da montagne di ghiaccio.

No, in questo periodo la cittadina nembrese non è particolarmente fortunata. Questo è l’epicentro del terremoto chiamato Covid-19, qui l’epidemia è stata particolarmente crudele, spietata. Più di 180 morti da quel maledetto 23 febbraio che merita di essere segnato di rosso… o di viola, come il colore dei paramenti funebri.

E, a questo proposito, ecco un cartello sul quale vengono affissi i manifesti con il nome e il volto di chi muore. E qui noto una singolaritàSUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 19 GIUGNO

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