NEMBRO – IL SINDACO SI RACCONTA – Claudio Cancelli, la passione per l’insegnamento, i laboratori ‘tat al tòch, la musica e la mamma nata in Francia

467

Il Municipio e l’Auditorium Modernissimo si guardano in faccia. In mezzo a loro c’è Piazza Libertà, che in questa mattinata di metà marzo è particolarmente vivace. C’è il mercato, molte decine di persone che fanno la spesa, che parlano tra loro, ambulanti che cercano di convincere le signore a comprare questo o quel prodotto. Messe insieme, queste voci che si levano dalla piazza nembrese danno un senso di serenità. L’eco della guerra si fa sentire, ma è lontano. Anche l’eco della pandemia si fa sentire, ma in modo tenue.

Dal suo ufficio di primo cittadino, Claudio Cancelli siede alla sua scrivania. Una scrivania che fra pochi mesi lascerà al suo successore… ma non è questa l’occasione per parlare di elezioni.

Con lui facciamo un salto indietro nel tempo, fermandoci al 1955, precisamente al 5 maggio, il giorno della sua nascita.

Io sono nato a Gazzaniga – spiega Cancelli – ma le radici della mia famiglia sono più lontane. Negli anni Trenta/Quaranta, infatti, la famiglia del mio nonno paterno si era trasferita dalla Val Calepio. Erano venuti a Gazzaniga perché c’era il Cotonificio Bellora, l’industria tessile che occupava centinaia di persone della zona. Erano quindi venuti qui per motivi di lavoro. Mia madre è invece nata addirittura in Francia. Io sono quindi nato a Gazzaniga e lì ho vissuto gli anni dell’infanzia e della giovinezza. Ho ancora molte amicizie lì. Sono poi venuto a Nembro nel 1980, a 25 anni, quando sono andato ad abitare in località Botta con mia moglie. In seguito ci siamo trasferiti ad Albino, dove abbiamo vissuto 15 anni, ma nel 1998 abbiamo fatto ritorno a Nembro. Quindi potrei dire che per Nembro io sono un immigrato”. Un nembrese d’adozione. “Sì. Tra l’altro io mi sono immediatamente innamorato di questo grande tessuto associativo che caratterizza Nembro. Già a Gazzaniga, quando avevo tra i 15 e i 25 anni, era nata un’importante esperienza di volontariato, legata soprattutto ai disabili. Facevamo i campi estivi in Toscana, in Veneto, o nella stessa scuola Elementare di Gazzaniga, con disabili che provenivano dagli istituti. E abbiamo poi fondato l’associazione Volontariato Valle Seriana, che si occupava di queste realtà. Questa mia esperienza era nata negli oratori, che in quegli anni erano l’unica realtà associativa dove un ragazzo cresceva e si formava anche in termini di valori…

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 18 MARZO

pubblicità