‘Essenzialmente la fotografia è la vita illuminata’. E Oliviero Toscani la vita l’ha illuminata con i suoi scatti. Che sono uno spettacolo, che sono una frase di una poesia di quelle che ti porti dentro per tutta la vita, che sono vie profumate di fiori colorati, che sono notti d’amore e albe di cuore, che sono tutto e poco e tanto e niente e quello che si vuole e quello che non si vuole. Oliviero Toscani era un artista. Quell’arte che ti fa sembrare le parole inutili. Che quando hai una foto che non serve descrivere è la meraviglia farsi da parte e non dover dire nulla. E’ il non dovere dire parole che fa diventare immense le fotografie. Oliviero Toscani era interista, e già, siamo ancora qui, e a Milano, io pischella, avevo avuto l’immensa fortuna di scrivere pezzi dove lui metteva foto, negli anni in cui impastavo parole per il mensile dell’Inter. I volti dei giocatori diventavano altro. C’era dentro di tutto, quasi non serviva nemmeno guardare una partita di calcio, bastava lo sguardo e a momenti capivi come si sarebbero mossi in campo. Se United Colors of Benetton si era fatta conoscere ovunque lo deve a lui che con la sua strategia di comunicazione ha portato il marchio ovunque, dal fondoschiena con un paio di short di jeans stretti con la scritta ‘chi mi ama mi segua’, al bacio tra un prete e una suora e molto altro. Nel 1990 ha ideato e diretto Colors, il primo giornale globale al mondo che anticipò l’impegno su tanti temi oggi attuali, dall’ambiente ai migranti, al razzismo. Nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, centro di ricerca di creatività nella comunicazione moderna. E poi le foto, gli sguardi di John Lennon, Andy Warhol, Lou Reed, Mick Jagger, ma anche Carmelo Bene, Federico Fellini e molti, molti altri. Per fare uscire il cuore dallo sguardo e fermarlo su una fotografia. E’ ora la morte, a 82 anni, da venerdì era ricoverato in rianimazione all’ospedale di Cecina. Soffriva di amiloidosi, malattia rara che lo ha colpito un anno e mezzo fa. “Sono sempre stato libero, non ho più voglia di fotografare, mi sono liberato di tutto: è questa la bellezza”. Lo aveva raccontato pochi mesi fa al Corriere della Sera. Noi invece lo racconteremo sul prossimo numero, con un’intervista che gli avevamo fatto dove ha raccontato tra le altre cose il suo passato in Val Seriana, qui ha vissuto per anni.