ONORE – Antonella, il viaggio in Ucraina e quel segno della croce di un papà che saluta la figlia alla frontiera

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Dalla Val Seriana all’Ucraina, quattro furgoni e nove volontari. Un viaggio di migliaia di chilometri e di silenzi, di emozioni forti che ti restano appiccicate nella mente per sempre. “L’immagine di quel signore con le lacrime agli occhi costretto a salutare la famiglia, un cuore con le dita verso di noi e un segno della croce a sua figlia e ai suoi nipoti non lo scorderò mai”. Antonella Patelli è originaria di Casazza e vive a Mantova, ma ha un legame speciale con l’associazione ‘Progetto Giovani con Maria’, che ha sede a Onore. E così la decisione di partire, di mettersi alla guida. “Siamo partiti nella notte tra domenica e lunedì, erano le tre, abbiamo caricato tutto quello che era stato raccolto a Onore e Songavazzo, ma anche a Colzate, Vertova e nei paesi vicini (il presidente dell’associazione è Benedetto Scandella di Onore, mentre la vice presidente è Gabriella Tomasi, di Colzate, ndr) ed è iniziato il nostro viaggio. Con noi c’era anche Lucia, che è ucraina e vive da vent’anni a Gazzaniga, se non ci fosse stata lei non so come avremmo fatto alla dogana tra Polonia e Ucraina. Alle 20,30 del lunedì sera siamo arrivati a Cracovia, abbiamo riposato un po’ e alle tre di notte siamo ripartiti. Ci sono volute due ore per passare la dogana, era un continuo chiedere documenti e per fortuna c’era Lucia. Una volta arrivati abbiamo scaricato tutti gli scatoloni, 45 quintali di merce, e li abbiamo caricati sui furgoni che ci stavano aspettando ed erano diretti a Kiev e in altri paesi vicini. L’associazione ci tiene a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta degli aiuti, in particolare la scuola materna ‘Mistri’ di Vertova che ha partecipato con offerte e merce, il gruppo aiuto di Vertova, il sindaco di Onore Michele Schiavi e il parroco don Ivan, e gli amici di Milano che viaggiano insieme a noi”. Varcato il confine si presentano scenari che sembrano uscire da libri di storia, che credi facciano parte di un passato lontano e invece sono lì, davanti a te. Antonella fatica a trattenere le lacrime: “In 57 anni non ho mai visto una situazione simile. Viaggi con i convogli umanitari ne ho fatti ancora, in Bosnia per esempio, ma era stato diverso. Ho visto persone che scappavano, famiglie che si dividevano, donne con bambini piccoli che arrivavano a piedi, ragazzi molto giovani che non potevano passare e dovevano tornare indietro per combattere….

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