ONORE – Giulia e il suo ‘Strano Branco’, dalla laurea alla sua baita tra gli animali e quel sogno…

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Ci sono sogni che partono da lontano e vanno rincorsi con il sorriso, con l’entusiasmo, con la passione fino a che diventano meravigliose realtà. Come il sogno di Giulia Brasi, 27 anni, clusonese nel sangue ma ormai onorese d’adozione. Ed è proprio da qui che partiamo a raccontare il suo sogno. Da Onore, il suo posto nel mondo. Una distesa di prato che profuma di primavera, una baita che attende di essere sistemata per diventare il cuore di ciò che Giulia sogna fin da quando era poco più di una bambina.

Pronti, via, Giulia è un fiume in piena, l’energia si respira nelle sue parole: “Sono a tre quarti di questo periodo di transizione, mi piace chiamarlo così (ride, ndr). Ho concluso gli studi universitari l’anno scorso, mi sono laureata il 12 marzo, sono stata una delle prime a discutere la tesi dal salotto di casa. Relazioni internazionali, che sì, in effetti non c’entra niente con tutta questa storia, ma sono convinta sia stata una grande fortuna seguire questa strada, perché mi ha permesso di crescere come studentessa, ma anche come cittadina del mondo e come donna. Devo anche dire di essere fortunata, perché ho potuto scegliere di iniziare questa attività, cosa che magari i miei coetanei non possono fare, ma io mi sono sempre considerata una donna operativa, non mi vedo proprio chiusa in un ufficio davanti al computer. Poi certo, sono consapevole sia una scelta particolare, che costa anche fatica, ogni giorno c’è qualcosa di nuovo e non sempre positivo”.

Torniamo a noi. Perché proprio Onore? “Era un paese che non conoscevo pur essendo a pochi passi da casa, prendevo lezioni di chitarra quando ero piccola, ma niente di più. Ho iniziato a conoscerlo grazie a due mie amiche e al mio ragazzo, Matteo. Neanche loro sono originari di Onore, ma da tempo lo erano d’adozione. Ci sono molti luoghi bellissimi, ma quello che mi ha colpito di più è il senso di comunità che si respira e io non ero abituata a tutto ciò… qui entri tre volte in un negozio e ti chiamano per nome, i vicini sono sempre disposti ad aiutarti e insomma, ‘Lo strano branco’ non potrebbe esistere fuori da qui”….

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