42.000 euro per ogni casco. E in ogni casco ci sono due ‘attacchi’, quindi è utilizzabile da due donne per volta, e ora c’è un altro casco, quindi sono 4 le donne a poterlo utilizzare. Esine, ospedale, l’unico ‘piccolo’ ospedale che ha questo tipo di strumenti: caschi che non fanno cadere i capelli a chi è sottoposto a cicli di chemioterapia.
Una manna per le donne. Un supporto che diventa anche psicologico, perché per ogni donna perdere i capelli è un trauma. “Siamo l’unico ospedale cosiddetto piccolo che ha questi caschi” commenta soddisfatta Fulvia Glisenti, presidente dell’Andoss Valcamonica. La sua storia l’avevamo già raccontata, lei, malata di tumore che una volta guarite si mette anima e corpo nel cercare di alleviare e supportare altre donne come lei, e così a Esine nascono opportunità nuove, dalla sala trucco per malate di cancro a calendari dove le modelle sono sempre loro ma vicino alle iniziative scattano anche raccolte benefiche che sono servite ora ad avere due caschi avveniristici: “Dalle due uscite escono due tubi che raffreddano il bulbo del cuoio capelluto e così il farmaco non riesce ad arrivare al bulbo che è raffreddato, in questo modo i capelli non cadono, o al massimo ne cadono molto meno”.
Funziona per tutti i tipi di tumore? “Si, qualsiasi donna che si sottopone a chemioterapia ha benefici di questo tipo, solitamente funziona sul 85-90% dei casi, e lo utilizziamo nelle donne che praticano la chemioterapia cosiddetta ‘rossa’ quella più forte, chiaramente avendo a disposizione pochi caschi non tutte le donne possono ancora usarlo”.
Esine è l’unico ospedale che ha questo tipo di caschi in zona, non ci sono né a Edolo, né a Lovere, né a Piario: “Ce li hanno a Brescia, ma anche li sono pochi e le donne che ne fanno richiesta sono invece moltissime – continua Fulvia – un casco lo abbiamo da qualche mese, l’altro lo abbiamo appena comprato…
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