Di donne se ne parla sempre e anche troppo l’8 marzo e poi in qualche piazza quando succede qualche femminicidio. E poi arriva l’estate e ci si va a buttare dentro qualche mare fresco per rifarsi la verginità di anime che di vergine non hanno più nulla. E qui raccontiamo invece storie di tre donne, che non si conoscono, due non si potranno mai più conoscere, sono morte, e che hanno subito o stanno subendo ingiustizie che meriterebbero davvero piazze piene. Paola che raccoglieva acini d’uva in Puglia a 3 euro l’ora e che è morta di fatica e caldo senza nessuno che l’ha soccorsa. Carol massacrata a martellate e fatta a pezzi e ora a quei pezzi si aggiunge una sentenza vergognosa e Justyna, una delle nostre dodici donne del calendario, sola, malata, licenziata perché ‘non si può prendere il cancro’. ‘Spesso commette ingiustizia non solo colui che fa qualcosa, ma anche colui che non la fa’ (Marco Aurelio). L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia dovunque.
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