In tutto 23 persone, dai 16 ai 30 anni (i bergamaschi erano 28 in tutto, i lombardi 120 e gli italiani circa 1000). Don Armando:“La GMG spartiacque tra passato e futuro, cambia la vita delle persone”
Stanco, anche perché non ha ancora smaltito del tutto il jet lag, ma felice: all’indomani del lungo viaggio di ritorno Luca Castelli, 24 anni, studente di Ingegneria Informatica all’Università di Pavia, racconta con entusiasmo i dieci giorni che il gruppo di ragazzi parresi guidato dal parroco donArmando Carminatiha trascorso a Panama in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Quello parrese era il gruppo più numeroso tra tutti quelli provenienti dalla Lombardia :
“In tutto 23 persone, dai 16 ai 30 anni (i bergamaschi erano 28 in tutto, i lombardi 120 e gli italiani circa 1000). I ragazzi più giovani avevano viaggiato col Don, partendo da Malpensa, noi quattro più grandi invece – Stefano Visini, Tatiana Furia, Camilla Mazzolenied io – eravamo partiti da Linate. Partenza alle due di notte e arrivo alle quattro del giorno dopo con un volo transoceanico, con davanti a noi un’altra giornata in piedi …Eravamo stravolti dalla stanchezza, ma poi abbiamo recuperato in fretta e siamo stati tutti sempre bene”.
Le modalità previste per l’ospitalità dei pellegrini erano tre: o presso le famiglie locali, o negli Oratori e nelle Parrocchie o nelle tende appositamente allestite: “Siamo stati tra i più fortunati perché siamo stati ospitate nelle famiglie locali sparse per tutta la città, nei palazzoni dove abitano le persone abbastanza benestanti. A me è toccata una famiglia giovane e molto simpatica, che mi ha messo subito a mio agio, con loro parlavo inglese e un po’ di spagnolo, ma mi capivano abbastanza anche se parlavo italiano. La gente di Panama è molto aperta ed accogliente, meno chiusa e più affabile di noi…”.
Il gruppo si ritrova la sera a cena, tutti hanno la possibilità di spendere i buoni-pasto e i biglietti della metro messi a disposizione dell’organizzazione per i partecipanti alla GMG insieme allo “zainetto del pellegrino”: “Abbiamo mangiato soprattutto pollo, alla fine del nostro soggiorno non ne potevamo proprio più…
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