PARZANICA/2 – Il trattore rosso di Tarcisio sulla mulattiera di Portirone

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Appartengono ad una razza forte i Parzé. La loro discendenza dai popoli nordici, i Vichinghi, testimoniata dal cognome Danesi molto diffuso e da alcuni soprannomi, ha indubbiamente forgiato il loro corpo e spirito. Loro la resilienza la praticano da secoli per riorganizzare positivamente la loro vita dinanzi alle difficoltà. Così racconta la storia passata e quella di questi giorni in cui i Parzé sono tagliati fuori dalle principali vie di comunicazione a causa della frana del Monte Saresano.

Come hanno reagito? Dopo essersi ripresi dal duro colpo, si sono rimboccati le maniche per uscire dall’isolamento in cui sono piombati il 22 febbraio scorso. Off limits il raccordo che dal lago si congiunge alla nuova strada realizzata dal cementificio negli anni ’90, sbarrata pure la SP 78 in località Squadre di Vigolo battuta da anni prima che venisse realizzata la strada Acquaiolo-Tavernola. 

Per brutta che fosse la situazione e senza vie d’uscita, ognuno si è organizzato come meglio poteva per raggiungere i posti di lavoro, per rifornirsi di merci, per far andare avanti le attività economiche già pesantemente penalizzate dal Covid. 

C’è per esempio chi sfida la sorte scendendo e salendo con l’auto ogni giorno dalla mulattiera di Portirone per poi sobbarcarsi “un giro dell’oca” per raggiungere le sedi di lavoro nelle aziende di guarnizioni del basso lago, con tanta fatica, con tanta rabbia e ci rimettono pure le tasche. Mentre gli addetti al commercio e alle attività turistiche con Fiat Doblo e furgoncini si approvvigionano di merci su e giù per la strada agrosilvopastorale Col de Rú-Bratta, asfaltata dalla Comunità Montana per l’emergenza. Altri usano invece trattori per il trasporto…

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