Anna Rinelli. Un nome e cognome che qui in zona risuona a qualcuno come un ‘già sentito’. Era la fine del 2015 quando la Procura di Bergamo dopo alcune segnalazioni decise di aprire un’inchiesta per far luce sulle morti sospette di anziani ricoverati all’ospedale Locatelli di Piario. E che c’entra Anna Rinelli? Beh, quando venne aperto il fascicolo, lei, infermiera all’ospedale di Piario era la principale indagata. Ma di cosa? L’indagine dei carabinieri della compagnia di Clusone, coordinata dal pm Carmen Pugliese, partì proprio dalla denuncia dei vertici dell’ospedale di Piario. La notte tra l’1 e il 2 novembre 2015 era di turno proprio Anna Rinelli quando morì un paziente di 76 anni, un altro andò in coma e un altro ancora si riprese solo 24 ore dopo. Tutti e tre erano anziani con gravi patologie. E proprio quella stessa notte alcune fiale di valium (un sedativo) erano misteriosamente sparite. Anna, allora 48enne, originaria di Sesto San Giovanni, da subito divenne la principale indiziata. Appena aperto il fascicolo l’infermiera venne sospesa e trasferita all’ospedale di Lovere, ma il tam tam mediatico era cominciato e Anna prima si spostò in un ambulatorio poi lasciò definitivamente il suo lavoro di infermiera. Intanto nelle settimane successive vennero sequestrate e passate al setaccio circa 90 cartelle cliniche di pazienti con varie patologie e morti in reparto tra il secondo semestre del 2014 e nel 2015. Sono sei le salme riesumate per accertare la presenza del valium nei corpo degli anziani ma l’ipotesi di omicidio preterintenzionale per i pazienti morti proprio a causa della somministrazione venne derubricato dopo la perizia dei consulenti della Procura in base alla quale non sarebbe stato possibile stabilire un nesso tra i decessi e il sedativo trovato nei corpi. L’inchiesta viene cosi notevolmente ridimensionata, intanto il tam tam prosegue ma come ogni tam tam si affievolisce man mano che passano le settimane, e intanto alla fine rimangono solo due fascicoli aperti in Procura, che passano nelle mani della pm Emma Vittorio (perché la Pugliese nel frattempo è andata in pensione), di quei due fascicoli uno è per peculato nei confronti dell’ex caposala Paola Bosio di Oneta, condannata poi a 2 anni con pena sospesa dopo che a casa gli furono trovate una decina di scatole di medicinali e garze, siringhe e altro materiale prelevato dal reparto e un altro fascicolo per maltrattamenti che vedeva indagate ancora la Bosio (difesa dall’avvocato Marco Zambelli, posizione archiviata) e appunto Anna Rinelli difesa dagli avvocati Michele Cesari e Veruska Moioli, con la richiesta ora di archiviazione perché non ci sono i presupposti per chiedere un rinvio a giudizio.
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