Sono i “bambini non nati”, cioè i frutti degli aborti, spontanei o procurati, che hanno luogo nei nostri ospedali, i resti mortali dei piccoli non ancora venuti alla luce che costituiscono un problema anche per la Sanità e per i Servizi Sociali. In proposito c’è infatti una vecchia convenzione di collaborazione, rinnovata negli anni e tuttora in vigore, tra l’ATS e gli Ospedali che vi fanno capo (nel nostro caso, oltre al Papa Giovanni in città, quelli di Piario, Alzano e Seriate), mentre ogni Comune sul cui territorio insista un ospedale è tenuto a mettere a disposizione per questi feti un’area all’interno del proprio camposanto.
“Lo spazio nel nostro cimitero si va via via riducendo dal momento che a Piario il punto-nascite non c’è più – dice il sindaco Pietro Visini – E’ l’Ospedale stesso che chiede questi spazi ai Comuni, anche se i bimbi non nati sono di persone che vengono da fuori, perché portarli via richiede una trafila troppo lunga e costosa… E anche noi lasciamo questo spazio in gestione all’Associazione ‘Difendere la vita con Maria’, che considera il seppellimento un atto d’amore insegnato dalla Chiesa e previsto dalla Legge, un gesto dettato dalla pietà per i piccoli non nati, semplice ma importante nell’ambito della promozione della vita umana”.
Di questa associazione cattolica composta da volontari fa parte da vent’anni Francesca Pegurri, di Albino:
“Operiamo per dare una dignitosa sepoltura a queste che noi consideriamo vite umane interrotte: spesso i genitori non vi provvedono, sia perché travolti dal dolore non se la sentono, sia perché il tempo a disposizione – 24 ore- è davvero poco mentre la procedura è abbastanza complicata; perciò delegano questo compito a noi firmando la relativa liberatoria…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 9 OTTOBRE