Qualcuno aspetta che l’aquila apra gli artigli e molli la PIGNA

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La Pigna di Alzano, i suoi 162 dipendenti (ma il Gruppo ne conta 600 in totale), la cassa integrazione, la crisi. Giorgio Jannone, proprietario della gloriosa fabbrica fondata nel 1868,

rilòevata dai Carillo-Pigna, ha dimezzato i debiti lasciati dai suoi predecessori. Il settore è in crisi, certo, i gloriosi quaderni Pigna, nel nord del mondo, non nhanno più il mercato di un tempo. Ma c’è il sud del mondo che chiede carta e la Pigna si è attrezzata per quel mercato. E allora cosa è successo?

 

Il cartaceo in ribasso non spiega tutto. La nuova proprietà, guidata da Giorgio Jannone, in questi dieci anni, da quando ha rilevato l’azienda, ha cercato di allargare il merchandising con tutta la filiera scolastica siglando accordi con Disney, Lamborghini, Red Bull, con la nazionale italiana di calcio e inserendo nella gamma astucci, zainetti, abbigliamento) per arginare il debito di ben oltre 100 milioni di euro contratto dall’ultima gestione dei Pesenti-Pigna. Il pareggio di bilancio non è stato raggiunto ma l’indebitamento, con la gestione Jannone, si è ridotto di oltre 50 milioni di euro, benché la crisi non abbia certo favorito il programma di rientro economico.

E allora si è alla ricerca di un investitore che si affianchi agli attuali proprietari o che rilevi l’azienda. Insomma un cavaliere che risvegliare con un bacio la “bella addormentata”. O un Lancillotto che faccia il botto. Trattative sarebbero già in corso, il cavaliere arriverà da un paese che sta di là dalle Alpi, i tedeschi (ancora loro, come per Italcementi) in primis, forse addirittura di là dalla Manica o dalla sterminata steppa russa. Perché se la crisi del cartaceo sembra irreversibile in Europa, ci sono paesi che hanno un mercato aperto e sconfinato, l’Africa ad esempio. Ma intanto bisogna che si produca.

Da parte sua Giorgio Jannone (vedi lettera ad Araberara nelle due pagine dedicate alla Pigna) ribadisce la volontà di proseguire “con l’attività industriale e commerciale senza alcun tipo di interruzione”. Magari in attesa che arrivi davvero il “cavaliere” della tavola rotonda.

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Ma la crisi della Pigna di Alzano ha anche una genesi non dipendente dai capricci e dalle tendenze e mode di mercato.

Ed è questa la parte esclusiva che Araberara è in grado di raccontare, il retroscena vero che ha messo in difficoltà la Pigna. E’ una battaglia sotterranea che ha la sua genesi due anni fa. Lo raccontiamo in un articolo dettagliato e lungo che qui sarebbe troppo difficile riassumere. Jannone è il grande accusatore dei vertici di Ubi Banca, dove ci sono tutti i grandi tessitori del vero potere bergamasco, quelli del “salotto buono”. Lo screzio di uno come Jannone che scopre alcuni altarini, dà il via a inchieste che sono ancora in corso (riportiamo l’aggiornamento che il Sole-24 ore ha fatto proprio in questi giorni).

Che c’entra. Eccome se c’entra, perché, come nei film, la vendetta viene servita a freddo… Ci sono di mezzo aerei che passano di mano come caramelle, panfilo che navigano da un continente all’altro, personaggi strani e fiscussi, come Lele Mora. Ecc.

Vi raccontiamo i particolari e i risvolti, pubblicando anche una lettera ad araberara dello stesso Jannone.

SU ARABERARA IN EDICOLA PAGG. 4-5

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